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270 INFERNO. — Canto XIV. Verso 82 a 99

Lo fondo suo ed ambo le pendici
     Fatt’eran pietra, e i margini da lato:
     Perch’io m’accorsi che il passo era lici.
Tra tutto l'altro ch’io t’ho dimostrato, 85
     Posciachè noi entrammo per la porta
     Lo cui sogliare a nessuno è negato,
Cosa non fu dagli tuoi occhi scorta
     Notabile, com’e 'l presente rio, *
     Che sopra sò tutte fiammelle ammorta, 80
Queste parole fur del Duca mio:
     Perchè il pregai, che mi largisse il pasto
     Di cui largito m’aveva il disio.
In mezzo mar siede un paese guasto, 1
     Diss’egli allora, che s’appella Creta,2 95
     Sotto il cui rege fu già il mondo casto.
Una montagna v’è, che già fu lieta
     D’acque e di fronde, che si chiama Ida; *
     Ora è diserta come cosa vieta.


  1. V. 94. Restituisco in mezzo mar colla Vind. e col R. testo e comm. coi tre parmigiani, Bg, Cavr., Laur. XL, 7 coi tre dell’università bolognese e col Landiano, il Cassin. e il Filippino e illustri stampe non essendo dello qual mare. Vale molto distante da terra. Così Virg. Ea. 3: Creta Iovis magni medio jacet insula Ponto.
  2. V. 95. Aveva scelto chiamò qual sostenuto da molti codici; ma riflettendo meglio è troppo vicino l’altro chiamò perchè Dante ve l’abbia posto. Parecchi han chiama, e forse questo aveva il ms. da cui fece copia la Vind. S'appella hanno i tre dell’Università e due dell’Archig. di Bologna, il Land, il Cassinese; e quindi chiama Ida per concordanza di tempo, che anche nel Commento è di presente.




Viterbo predetto: e ciascuna casa ha un bagno della detta acqua in casa, la qual acqua per lo suo fondo solforico, e per lo calore, si è in color rossetto, e fuma continuo. Cosi per l'aiere dello inferno n’andava quello e rosso e fumoso.

V. 83. Margini, cioè le rive.

85. Qui rende sollecito Virgilio Dante alla istoria detta della imagine.

87. Quasi a dire che 'l peccato si afà molto coll'appetito, che ama libertà: e il peccato non vieta come fa la vertù alcuna cosa che è nelli precetti, e quasi tutto lo dittato negativo è vietato: non habebis Deos alienos coram me, non mæchaberis etc. Non futurum facies; non concupisces uxorem etc.

88. Quasi a dire: lo presente rio ti distingue tutte le pene dello inferno.

94. Cioè in Creti. Mettesi per li poeti in Creti questa imagine perchè vi fu un re ch’ebbe nome Saturno, lo quale amò molto drittura, e fu tutto simile alla prima etade; e però dice; sotto ’l cui rege fu già ’l mondo casto, cioè senza vizio di cupidigia.