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INFERNO. — Canto XV. 277

materia in chi si fa lo peccato come è la femina; ed anche per respetto alla materia agente ch’è l’uomo medesimo. L’altro modo è s’elli è deficiente in li modi e condizione di tale opera.

Lo primo modo può avere VIII differenzie. La prima è appellata fornicazione, la qual’è che uno senza mogliera stia con una senza marito. La seconda è a stare con una che sia in podestà del padre senza alcuna forza, e questo è appellato stupro , ed è maggiore peccato che la prima. La terza è appellata adulterio, e questo è a stare colla mogliere d’altrui e senza alcuna violenza. La quarta e quinta sono appellate ratto, e può essere in due modi: di violare la femina che è in podestà del padre, sicome suo custode, e quest’è la quarta; l’altra, che è la quinta, è a violare la femina che è in podestà del marito, e con lui congiunta al fine della generazione. La sesta è a stare con femina che sia parente, ed è appellato incesto, e questo può esigere in due modi: l’uno per parentado d’affinità, come cognate e parenti da parte di matrimonio; l’altro è per parentado di consanguinità li quali sono discesi da uno medesimo ceppo. La settima è peccare in sacrilegio, cioè stare con femina che sia religiosa e votata a Dio, che come si commette ingiuria nella maritata contro lo prossimo, così nella religiosa si commette ingiuria contra Dio. L’ottavo è detto contra natura1, la quale è pestifera differenzia: non solo repugua alla natura ad adovrare li membri ad altro modo che a quelli che son fatti, ma eziandìo repugna alla generazione della umana spezie; e però ch’è maggior peccato che li altri modi, sì lo pone, conm’è detto di sopra in Angustino, in lo più basso loco. Or così come in le sopradette differenzie è assignato maggior e minor peccato da parte della materia paziente che e la femina, così è maggiore e minore da parte dello agente che è l’uomo, che più pecca uno maritato che uno donzello, più pecca uno che sia religioso e votato che uno secolare. E la ragione è che quanto più desordine è in lo peccato, tant’è più grave lo peccato; di sé è disordine, e per respetto ad altri è ingiuria, e così dove è più ingiuria, li è maggior peccato. Punisce l’autore li predetti sodomiti in fuoco e mai sempre senza riposo, a dimostrare come hanno peccato contra colui che è sommo, dolce e dilettevole ed è in quieta allegrezza e riposo; che così come la gloria di Dio è pacifica e umile, per contrario lo fuoco è continuo in guerra arida e brusca senza alcuna tregua. Poi ch’è detto della intenzione di questi due capitoli è da esponere la testo là dove è bisogno.

  1. Il tratto da questo La quale fino a perocché, e l’altro poi da basso loco fino a maggior peccato, sono omraessi dall’Ottimo (V. la nota precedente)