Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/289

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INFERNO. — Canto XV. Verso 97 a 111 285

Lo mio Maestro allora in sulla gota
     Destra si volse indietro, e riguardommi;
     Poi disse: Bene ascolta chi la nota.
Nè per tanto di men parlando vommi 100
     Con ser Brunetto, e dimando chi sono
     Li suoi compagni più noti e più sommi.
Ed egli a me: Saper d’alcuno è buono:
     Degli altri fia laudabile tacerei,1
     Che il tempo sarìa corto a tanto suono. 105
In somma sappi, che tutti far cherci,
     E letterati grandi, e di gran fama,
     D’un medesmo peccato al mondo lerci.
Priscian sen va con quella turba grama,
     E Francesco d’Accorso anco; e vedervi,2 110
     S’avessi avuto di tal tigna brama,


  1. V. 104. I Codici che ho visti(compresi il Land., BS e i tre universitarii bolognesi, e il Cassin.) si come la Nidob. mancano dell’il a tacerei. Manca a saper, e sia bene che manchi a tacere.
  2. V. 110 Trasposta la punteggiatura da Accorso ad anco, quella e, che sonava male al Foscolo, sta qui a meraviglia, e spero si senta.


sti a ricevere quella influenzia, si alterano e ricevono movimento, e per consequens sono sudditi al cielo. Siche appare chiaro che l'atto della coscienzia non è suddito al cielo nè alla fortuna, con ciò sia cosa che non è possanza d’anima. E però dice Dante: per altri mi è stato detto di mia ventura, cioè per Farinata nel X capitolo, e per te al presente, ed io sono disposto a ricevere ciò ch’ella mi darà, purché coscienzia non mi rimorda1, e sia in che modo vuole volta la sua rota; quasi a dire: io li dò l'arbitrio e al villano altresì che volga la sua zappa come li piace, quasi a dire: e la ragione e la materia. Per lo villano intende l'appetito sensitivo.

V. 97. Poetando tocca che ha parlato di notevili cose.

106. Insomma sappi, cioè fuorono tutti letterati, perchè in lingua francesca elli sono appellati cherici.

108. Cioè ch’ello ed essi furono sodomiti. Lerci, cioè brutti e impeciati.

109. Fu quello che compilò due volumi in grammatica; l'uno è detto Prisciano maggiore, nel quale si contiene le parti della orazione distinte; l'altro è detto Prisciano minore, nel qual si contiene l'arte di applicare insieme le dette parti, acciò che facciano congrua e ordinata sentenzia nella orazione.

11O. Francesco. Questo fu un gran legista bolognese, lo quale fu figliuolo di messer Accorso, che fu fiorentino, e fe’ li Apparati al Corpo di ragione civile.

  1. Non mi garra, R