Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/288

Da Wikisource.
284 INFERNO. — Canto XV. Verso 92 a 96

     Pur che mia coscienza non mi garra,
     Che alla fortuna, come vuol, son presto.
Non è nuova agli orecchi miei tale arra:
     Però giri fortuna la sua ruota, 95
     Come le piace, e il villan la sua marra.




della fortuna; e però dice: io sono presto a ricever quello che la fortuna m’ha prestato, salvo se ’l suo effetto m’avvenisse centra coscienzia, allora non lo riceverei. Circa le quali parole è da sapere che vi è coscienzia, la qual per non essere subietta al cielo, può non essere contenta delli effetti della fortuna, ed acciò che alcuno frutto si possa avere di tale speculazione, è da sapere che oppinione fosse della coscienzia ch’ella fusse possanza d’anima. E mooveali a creder ciò un detto di Origenes, ch’è dire: conscientia est spiritus corrector et pedagogus anima sociatus quæ separatur a malis, et adhæret bonis. Lo spirito nomina possanza d’anima, donqua coscienzia è possanza d’anima.

Ancora nulla cosa è subietta del peccato se non la possanza dell’anima; la coscienza è subietta di peccato, sicome l’Apostolo ad Timotheum I, dice: quibusdam coinquata sunt eorum mens et conscientia. In contrario è una ragione naturale che la coscienza si può deponere e anichilare; ciò non può la possanza dell’anima. Alla qual quistione è da rispondere, sicome dice san Tommaso in la prima parte, quistione 79, articolo 13, che primamente parlando la coscienzia non è possanza d’anima, ma è uno suo atto. E questo appare in due modi: l’uno per la ragione del nome, in per quello che questo nome coscienzia importa ordine di scienzia relato ad alcuna altra cosa: conscientia, cioè cum alio scientia; ed applicare scienzia ad altra cosa si fa per alcuno atto, adonqua appare che coscienzia è atto.

L’altro modo è per quello che comunemente è attribuito a coscienzia, testimoniare, approvare, legare ed accusare e molti altri modi; per le quali attribuzioni appare ch’ello non è altro che applicare scienzia ad alcune cose, e per consequens, com’è detto del primo, si è atto, il quale atto perviene da raziocinazione umana, la quale procede dallo intelletto sicome da principio mobile e non suddito alle universalitadi delli effetti, e particularitadi produtti da corpi celesti. E così appare che coscienzia può obstare a fortuna in raziocinazione e in volere, con ciò sia cosa che fortuna sia dei partieulari effetti de’ corpi supercelesti.

Lo primo argomento d’Origenes si solve che spirito in quel detto si tolle per la mente e non possanza d’anima.

Lo secondo si solve che coscienzia non è subietto , ma è inclinazione , e perciò non è possanza. Or è cosi che dalla intellettiva possanza in fuori, tutte l’altre possanze dell’anima sono organate, cioè fondate in alcuno organo corporale, come la possanza visiva in la pupilla dell’occhio, la possanza del tatto nel nerbo etc; li quali organi per li movimenti de’corpi celesti, quando sono dispo