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INFERNO. — Canto XV. Verso 75 a 91283

     S’alcuna surge ancor nel lor letame, 75
In cui riviva la semente santa1
     Di quei Roman, che vi rimaser, quando2
     Fu fatto il nido di malizia tanta.
Se fosse pieno tutto il mio dimando,3
     Risposi lui, voi non sareste ancora 80
     Dell’umana natura posto in bando:
Che in la mente m’è fitta, ed or mi accuora
     La cara e buona imagine paterna
     Di voi, quando nel mondo ad ora ad ora
M’insegnavate come l’uom s’eterna: 85
     E quant’io l’abbo in grado, mentre io vivo
     Convien che nella mia lingua si scerna.
Ciò che narrate di mio corso scrivo,
     E serbolo a chiosar con altro testo
     A donna che il saprà, s’a lei arrivo. 90
Tanto vogl’io che vi sia manifesto,


  1. V. 75. Witte: in lor letame. Ma è già indicato, onde è bene il mio che ho poi conosciuto afforzalo dal Land, e dai tre dell’Università bolognese, dal Laur. XL, 7.
  2. V. 76. Scaccio l’enta anta de’ quattro fiorentini ch’era in sementa.
  3. V. 79. Nuova prova che i testi Vind. e R. non sono i servili al Lana sta nell’aver essi la lezione del Witte se fosse tutto pieno com’hanno Land, e BS, BU. BV. Come mai può esser pieno non tutto? Bensi può esser piena una parte del dimando, tutto esso. Pieno tutto è dunque il giusto.




mani, fatelo reda del nostro avere ed onore acciò che si conservi, e non lo cacciate. Poich’ebbe ser Brunetto narrate le sopradette cose a Dante, elli li rispuose1.

V. 79. Quasi a dire: voi m’avete detto che se voi foste stato al mondo , io arei avuta da voi aita, ed io dico che più volte ho dimandato: io vorrei che ser Brunetto vivesse, e non fosse messo in bando della vita umana, cioè morto. E soggiunge come ha elli anco nel core la dottrina paterna imaginata come l’ebbe nel mondo, per le quali elli pervenia in iscienzia che eterna l’uomo, cioè che non lo lassa morire sia in essenzia nell’altro mondo, come in fama in questo.

86. Quasi a dire: io ho sì gradito il senno che ebbi da voi, ch’io lo scriverò nelle mie rime acciò che paia che la mia lingua noi taccia.

91. Qui intende Dante dimostrare che ello può essere con coscienzia, la qual garra, cioè contrasta a volere ricevere li effetti

  1. Qui era un interpolato con una nota marginale: Nota come a parte a parte ordinatamente si contiene nel lesto la risposta.