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INFERNO. — Canto XVII. 299

ditto, è peccato mortale. Ma chi avesse questa prudenzia non per felicità, ma ordinassela ad altro, non sarebbe peccato mortale.

L’altro modo in che si può fallare in le operabili cose è tendere l’atto ad alcuno fine buono o non buono, ma vavvi per diversi mezzi non veri, tutto simile al secondo fallo in scienzia com’è detto delle fallacie: e questo è appellato astuzia. Or questa astuzia si può considerare in due modi. L’uno modo è quando la esecuzione di questo peccato consta pure in parole come accuse o altri danni al prossimo, non adoperando altro che parole; ed ò appellato allora dolus. L’altro modo è quando la esecuzione della preditta astuzia consta e procede in fatto sicome nocere di fatto; ed è appellato fraus allora. Sì che per quello ch’è mostrato la fraude nasce da astuzia; l’astuzia nasce da una providenza, la qual tendeea mal fine, e per varii e non per veri mezzi o vero sillogismi. Sichè fraude nel principio ha apparenza di bene in quanto procede da providenzia nel fine, è tutta mala in quanto è atto nocevile al prossimo. Ed in perciò l’autore, come apparirà nel testo, la figura ad uno animale, lo quale hae l’anteriori parti d’uomo benigno e credibile; e le posteriori di serpe con coda velenosa come di scorpione, quasi a dire: la fraudolenzia appar buona ed è ria.

Poich’è ditto della intenzione del presente capitolo, è da esponere lo testo dov’è bisogno, sicome è fatto di sopra.