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INFERNO. — Canto XXIV. Verso 16 a 18 391

Così mi fece sbigottir lo Mastro,
     Quand’io gli vidi sì turbar la fronte,
     E così tosto al mal giunse lo impiastro,




mezzo gennaio. E dice tempra imperquello che 'l sole è stato nel Capricorno là dov’è la estremità del freddo, sichè removendosi da quello estremo e andando verso lo nuovo tempo e verso lo caldo, si può dire a quel movimento temperare. E dice li crini, cioè li capelli, imperquello che li poeti in le sue poetrie mettono lo sole essere uno uomo e appellanlo Febo; sichè quando è nei segni freddi pognono li suoi capelli ghiacciati, e quando è in li segni caldi poneno li suoi capilli fiamme come di fuoco.

Or è da sapere che questo cielo ottavo ha singulare circolo in esso che è appellato Zodiaco in greco, che è in latino Signifer, cioè portatore de’ segni predetti dodici, dei quali noi abbiamo fatto menzione; e sta nel cielo obliquo cioè torto, che dall’una parte è verso la tramontana, overo polo artico, dall’altra parte è verso la tramontana che è a noi sotto terra, overo polo antartico, delle quali parti chiaro si determina nel trattato della Sfera. Ma acciò che chiaro si sponga questo verso: E già le notti etc., è da mostrare come e in che modo crescono le notti, e come e in che modo crescono li die, e perchè meglio s’intenda faremene qui una figura, e le parti denoteremo per lettere d’alfabeto. Imaginisi lo circolo A, B, C, D, la superficie del cielo, e sia allo punto dell’A la tramontana overo polo artico, lo quale noi vedemo; lo punto B sia l'altra tramontana, overo lo polo antartico; e quello non potemo noi vedere, imperocchè è opposito a quello che noi vedemo; lo punto della C sia l'uno lato dell’equatore, lo quale circolo come lo tocca lo sole è eguale lo die colla notte; lo punto del D è l'altro lato del predetto equatore; lo punto dell’E si è la declinazione che fa lo zodiaco, overo circolo de’ segni, verso lo polo artico: lo punto dell’F è la declinazione che fa lo zodiaco verso lo polo antartico per detto equatore. Or facendo un circolo parallelo all’equatore dal punto dell’E fino al circolo A, B, C, facendone uno altro parallelo al predetto equatore dal punto dell’F fino al circolo F, G manifesto appare che tutta quella regione della terra, la quale corrisponde a quella del cielo, che è tra questi due circoletti fatti paralleli allo equatore, si è insita nel suo genit dal corpo del sole; e per consequens abunda tanto lo caldo lì, che non se li può abitare per uomini. Similemente sotto li due poli per la elongazione del corpo del sole, che non passa mai per lo suo genit, è grandissima freddura e non si può abitare per uomini.

Or intra questi due contrarii cioè caldo e freddo, è a dare una regione la quale sia temperata, e queste sono due: l'una si è quella regione che è tra lo circolo C, B, e lo circolo L, M dallo lato del polo artico; l'altra è quella che è tra lo circolo F, G e lo circolo I, K dal lato del polo antartico. Noi abitiamo in quella parte del