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434 INFERNO. — Canto XXVII. Verso 61 a 79


S’io credessi che mia risposta fosse
     A persona che mai tornasse al mondo,
     Questa fiamma starla senza pivi scosse:
Ma perciocché giammai di questo fondo
     Non tornò vivo alcun, s’i’ odo il vero, 65
     Senza tema d’infamia ti rispondo.
I’ fui uom d’arme, e poi fui cordegliero,1
     Credendomi, sì cinto, fare amenda:
     E certo il creder mio veniva intero.
Se non fosse il gran Prete, a cui mal prenda, 70
     Che mi rimise nelle prime colpe;
     E come, e quare voglio che m’intenda.
Mentre ch’io forma fui d’ossa e di polpe,
     Che la madre mi die, l'opere mie
     Non furon leonine, ma di volpe. 75
Gli accorgimenti e le coperte vie
     Io seppi tutte; e sì menai lor arte,
     Ch’al fine della terra il suono uscìe.
Quando mi vidi giunto in quella parte


  1. V. 67. Parecchi hanno coi BS, BF, BP cordilero, altri cordolero; altri col BV cordilliero. Il Lana col BG cordelliero. Come si ha corde non cordi, seguo il Lana.




V. 61. Qui risponde lo Conte al suo giungimento, e dice: s’io credessi parlare a persona, che riportasse il mio nome su nel mondo, io non direi nulla; ma perch’io ho udito che mai persona, che cali qua giù, non torna al mondo, io ti dirò chi io sono, e senza paura che di tal detto mi cresca infamia.

67. Or qui comincia a dire lo Conte la sua disposizione, e dice in universali ch’elli fu uomo d'arme, cioè battagliero; poi fu frate minore cordelliero, che appellano li Franceschi frati minori per lo cinto del capestro; e credettesi emendare li falli ch’avea fatti nel tempo dell’armeggiare; e soggiunge che tale emenda gli venia fatta.

70. Cioè papa Bonifacio, il quale lo rimise nelle prime colpe cioè in lo pristino stato.

72. Poich’ elli ha detto in universali, mo vuole recitare la istoria per singuli.

73. Dice che naturalmente fu viziato più che forte, e questo ebbe da natura, fu scorpionino secondo astrologia.

76. Cioè che fu uomo di tanto volpinamente, che infino in occidente son delle sue opere e sue sagacitadi.

79. Cioè quando fu nella etade vecchia che più non può uom per le forze e possanze corporee adoperare di nuovo, ed è lo tempo e stagione di calare le vele e raccogliere le sarte, cioè le corde, allora si fe’ frate minore, e quella vita, che prima gli era tanto a grado