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484 | INFERNO. — Canto XXXI. Verso 140 a 145 |
Di vederlo chinare, e fa talora 140
Ch’io avrei volut’ir per altra strada:
Ma lievemente al fondo, che divora
Lucifero con Giuda, ci posò;1
Nè sì chinato lì fece dimora,
E come albero in nave si levò. 145
- ↑ V. 143. Ci sposò scrisse il Witte, e i due Cod. interi dell’Univ. bolognese lo afforzano; ma con chi sposò? Col fondo? La Vind, i Cod. BS, BP, BF, e il Landiano, il Cortoncse e altri hanno posoe.
V. 140. Poetizza per mostrare lo spavento che ha a veder quelli, e sentirsi nelle sue braccia.
142. Segue lo poema mostrando come li mise nel circolo, dove sono puniti li traditori e arroganti; e però dice: al fondo ove dimora Lucifero e Giuda Scariot.
144. Cioè che incontanente tornò dritto al pristino stato.
145. Esemplifica che a tal modo si drizzò come fanno li arbori nelle navi.
E qui si compie la sentenzia del presente capitolo.
Nota. L’Ottimo, che pel canto XXX ha tutta la chiosa del Lana al verso 49; ha pel XXXI la seconda metà, ma incompleta, del Proemio di esso Lana; e poi intere le chiose ai versi 19, 46, 58-9; tutta la seconda parte delta chiosa al verso 67, e con alteramento di costruzione quella al verso 64. Il resto cammina al solito di più mani e colori.