Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/491

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S’io avessi le rime e aspre e chiocce,
     Come si converrebbe al tristo buco,
     Sovra il qual pontan tutte l’altre rocce,
l’ premerei di mio concetto il suco
     Più pienamente; ma perch’io non l’abbo,5
     Non senza tema a dicer mi conduco.
Chè non è impresa da pigliare a gabbo,
     Descriver fondo a tutto l’universo,
     Nè da lingua che chiami mamma e babbo. *
Ma quelle Donne aiutino il mio verso,10
     Ch’aiutaro Anfione a chiuder Tebe,
     Sì che dal fatto il dir non sia diverso.
Oh sovra tutte mal creata plebe,
     Che stai nel loco, onde parlare è duro.
     Me’ foste state qui pecore o zebe.15




V. 1. Qui l’arduità e l’asprezza del luogo, del quale elli ha per mano a pertrattare, è tanta che non si può ben trattare per locuzione ritmica, nella quale per la sua conformità sì di sillabe come di rime adduce alcun diletto all’auditore, ed a volere trattare di si trista materia converrebbe essere lo trattato o in prosa o in rima aspra e non consonante. Ma poichè l’opra è proposta essere in forma ritmica, si si esclude lo trattare in prosa; conviene dunque che le rime siano aspre, sorde e chioccenti a volere ch’elle significano la condizione del luogo. E però si escusa l’autore se elli potesse avere le rime conforme a quello luogo, ch’elli direbbe pienamente l’essere di quello; ma perchè non sae, con paura si mette a trattare di ciò.

3. Sovra ’l qual, cioè che sovra quel luogo ogni roccia vi s’apunta; e puossi intendere in due modi: l’uno che ogni gravezza elementale è fondata su quel luogo, si come nel più basso, l’altro che ogni peccato è punito in quella regione; e però dice roccie, cioè peccati.

7. Qui tocca che la profondità di tal condizione è sifatta che non si aviene a trattare ad uomo di giovane etade, ma bisognali perfetta e sicura maturità di senno; e però dice: Che chiami mamma, e babbo, quasi a dire: cognizione puerile.

10. Qui fa l’autore invocazione, sicome usato hanno li poeti nelle sue opere, e ancora usano li oratori overo li arringatori, predicatori overo sermonizzatori, in lo principio delle sue parole invo-