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486 INFERNO. — Canto XXXII.


Nel centro del mondo, sicome quello luogo che è più di lungi estratto dai cieli, punisce lo Lucifero. Ed è da notare il modo della disgressione dell’autore in la distinzione dei sopradetti. In prima che nel centro punisce Lucifero, il quale peccò averso la somma trinitade e pura; in lo primo circolo, che è continente quel centro, punisce Giuda, il quale peccò averso il Figliuol di Dio, ch’elli tradì Cristo; nel secondo punisce Tolomeo, il quale peccò averso li ministri di Dio nel vecchio testamento: sichè queste tre offese furono averso Dio; nel terzo punisce Antenoro, il quale tradì la sua patria; in lo quarto punisce Caino, il qual tradì Abel suo fratello; e queste due offese furono averso lo prossimo.

Or l’autore, sicome apparirà in la esposizione del testo, punisce diversamente li peccatori in ghiaccio, secondo che diversamente elli hanno commesso il peccato, e sicome la prodizione e traditorìa oppone drittamente alla carità, la quale è fìgurata infiammazione e arsura, così per opposito quelli che peccano in opposito di carità, la g-iustizia li punisce in ghiaccia e in freddura, ancora sicome la vera carità e remunerata nelli cieli, grandi, lucidi e chiari, così questo peccato è punito nel centro della terra stetto, e confuso, e pieno d’ogni obscuritade. Sichè chiaro appare che cotanto quanto la virtù è più degna, ella è remunerata e beneficata più suso, tanto il peccato che è più pessimo è punito e pestilenziato più giuso.

Detto brevemente della intenzione de’ seguenti capitoli, al presente è da esponere lo testo, acciò che quelli esempli, che l’autore hae adotti, partoriscano alcuno frutto consonante alla intenzione di lui.