Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/493

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INFERNO. — Canto XXXII. Verso 26 a 32 489

     Di verno la Danoia in Austericch,
     Nè ’l Tanai là sotto il freddo cielo, 1
Com’era quivi: che, se Tabernicch 2
     Vi fosse su caduto, o Pietrapana,
     Non avrìa pur dall’orlo fatto oricch. 30
E come a gracidar si sta la rana
     Col muso fuor dell’acqua, quando sogna


  1. V. 26. Per fare duro il suono l’italiano al e aggiunge h. Il Witte scrisse Osteric, Tambernic, cric. Errò anche nel Tambernic, che dovea essere Tabernicch. Quelle
    voci sono subordinate al suono del ghiaccio che si rompe che è cricch, non cric, e molto meno cricchi per cui si fece dai toscani avversi ad ogni consonante finale e ad ogni voce Osterlicchi, Tambernicchi come hanno i Cod. Val. Gaet. e Berlinese, il Landiano, i sei bolognesi, uno dei perugini, e il Cortonese. Il Commento della Vind. ha la dizione vera. Io poi aggiungo l'articolo al Tanai poiché l'ha la Danoia.
  2. V. 27-28. Sostengono la mia scelta BP, BC, BU, e il Landiano.




giuso verso ponente dell’Alemagna sichè tocca di quella contrada, la quale è appellata Austericch; il qual fiume nel tempo dello inverno molto si ghiaccia, ed è sì forte tal gelata, che vi passono suso i somieri e carri, e trapassano dall’una parte all’altra del fiume. Ancora dà lo secondo esemplo per comparazione, e dice: Nè ’l Tanai. Tanai è una contrada dove è lo mare sopradetto, la quale è molto sotto lo polo artico, e per la elongazione delli radii dei pianeti è tanto fredda contrada sì che mezza si ghiaccia e genera cristallo: or in questa contrada similemente si fa di grandi ghiaccie.

V. 28. Qui fa la comparazione che non è nulla a pari della ghiaccia del pozzo: e soggiunge che se Tabernicch o Pietrapana, che sono due montagne grandissime, l’una in Schiavonia, l’altra in Toscana, vi cadesseno sopra, non romperebbeno quella ghiaccia, nè la scoterebbeno tanto che la ditta ghiaccia dall’orlo, cioè dal luogo dov’è terminata, dal muro del pozzo facesse cricchi1, cioè alcuno suono movimento; quasi a dire che ella è sì in superlativo grado e ghiacciata e ferma.

31. Qui tocca del sito delle anime, che in quello luogo sono punite, e dice esemplificando che sicome lo luglio stanno le rane a gracidare, overo cantare col muso fuori dell’acqua, ed è quel tempo che le villanelle vanno a spigolare, cioè spigolando nei campi, che sono segati, e recogliendo di quello rimase, che vi trovano, ed hannovi tanta affezione che la notte sognano d’essere in tale esercizio; così stavano quelle ombre, cioè anime, colli visi fuori della ghiaccia.

  1. L’Ottimo dice che cricchi è lo suono della pietra caduta sulla ghiaccia e da essa respinta; i saltelli di essa fanno quello suono. Ma chiaro è che qui è cricch, suono del rompersi del gliiaccio. Cricchi fu per rimare con Ostericchi e Tabernicehi al modo toscano e non altro per certo.