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INFERNO. — Canto XXXIII. Verso 19 a 42 499

Però quel che non puoi avere inteso,
     Cioè come la morte mia fu cruda, 20
     Udirai, e saprai se m’ha offeso.
Breve pertugio dentro dalla muda,
     La qual per me ha il titol della fame,
     E ’n che conviene ancor ch’altri si chiuda,
M’avea mostrato per lo suo forame 25
     Più lune già, quand’i’ feci il mal sonno.
     Che del futuro mi squarciò il velame.
Questi pareva a me maestro e donno,
     Cacciando il lupo e i lupicini al monte
     Per che i Pisan veder Lucca non ponno. 30
Con cagne magre, studiose e conte,
     Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi
     S’avea messi dinanzi dalla fronte.
In picciol corso mi pareano stanchi
     Lo padre e i figli, e con l'acute scane 35
     Mi parea lor veder fender li fianchi.
Quando fui desto innanzi la dimane,
     Pianger senti’ fra il sonno i miei figliuoli,
     Ch’eran con meco, e dimandar del pane.
Ben se’ crudel, se tu già non ti duoli, 40
     Pensando ciò ch’il mio cor s’annunziava:
     E se non piangi, di che pianger suoli?




V. 19. Quasi a dire: io paleso me il segreto, che per lo vulgare non si sa, nè si seppe. 22. Dice che poich’el fu incarcerato più die, vide altri, e altri lui per picciola finestra, e poetando mette l'autore che in quelli die lo detto conte Ugolino si fe’ sonno, secondo ch’elli recita in la istoria: il quale fu che 'l conte Ugolino così incarcerato sognò che lo detto arcivescovo era signore e maggiore, ed era in caccia con molte cagne nere, ed andava cacciando un lupo con quattro lupicini suso per quella montagna che è tra Pisa e Lucca, la quale vieta la veduta tra l'una e l'altra terra; e parea che in compagnia del detto arcivescovo fosseno tre grandi schiatte di Pisa, li quali sono nomati nel testo Gualandi, Sismondi e Lanfranchi, poi in processo del sogno vide lo detto lupo e lupicini essere presi dalle dette cagne, e tutti dilacerati e infine morti. Compiuto questo sogno dissedossi, e trovò che li figliuoli piangeano per fame.

Il quale sogno ebbe in loro significazione, che ’l detto arcivescovo con quelle tre casate lo fenno prendere, e le cagne nere ch’elli doveano morire di fame. 40. Chiaro appare che tale raziocinazione muove ogni cuore umano a pianto ed a compassione.