Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/51

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— 47 — Codice servito al Torri era meno scorretto, e che lo corresse il Torri egli stesso, ma non è tutto vero quello che dice, perchè una selva d’errori cuopre quel!’ Ottimo che, col Lana corretto, puossi distruggere. Poi, come mai persona che si dà per vissuta anni fra i Codici imputa all’antichissimo autore gli spropositi della miriade de’ suoi copiatori? Perchè il Dante di Grumello è un orrore (dico il testo, non dico il Commento ) sarà Dante orribile scrittore? — ■ Mostrò il Lana molta ignoranza di storia, accettò molte insulse leggende, spropositò d’Azia e Croazia per Orazii e Curiazii, mise in Fiandra il mare Mediterraneo; scombicherò un latino italianato; diede pazze definizioni di Macigno, Agugnare, Erisiarche, Riprezzo, Borni, Conversi, Cadendo nel senso di cadere, Amenda; credette o fors’egli solo e primo attribuì ad Ugolino il mangiamento dei figliuoli, fece cardinale Maometto, mandò Saladino in Parigi, Attila in Rimini; disse vermi le Arpìe, e tant’altre sperticate stranezze che lo fanno dispregevole tanto che non si può sostener con pazienza. — Voi, egregi Signori, quantunque stancati della lettura, imagino vorrete che io dica sopra codesto il mio parere, e lo dico. Comincio dal Mare per potere più prestamente fare spazzato il resto. Leggete la chiosa al v. 4 del Canto XV dell’Inferno, e vedrete che questo Mediterraneo come sotto gli occhi degli Italiani è portato per esemplare col modo di lui il maggior del fiammingo, e nuli’ altro. Del cardinale Maometto il Lana non fece pur sogno; ben lo fecero i suoi copisti, confonditori e lacunatori; lo fece colui che attribuì a Jacopo, figliuolo di Dante, quel Commento sì patentemente diverso dalle abilità di un sì avveduto figliuolo, lo fece colui che vergò le carte che il Selmi presentò alla Festa; lo fece l’autore delle postille a quel Dante ambrosiano che si credette chiosato dal latino di Rosciate, e anche predicono il Batines, ma io dimostrerò di tutti l’errore. Quello che Lana scrivesse è nel Magliabecchiano 50, e vedetene nella mia stampa a suo luogo nel XXVIII dello Inferno. Il Magliabecchiano medesimo nulla dice dell’antropofagìa di Ugolino, che dopo tanto digiuno era impossibile; la traduzione latina che è nel Codice Grumello, mancata la storiella al suo innanzi, altro non scrisse che: — » Coecus propter famem supervixi omnes meos de