Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/14

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vi proemio.

dichiarazioni storiche, nè le estetiche considerazioni, nè le note diligentissime basteranno a dare a conoscere l’anima dell’Allighieri, che è l’anima che agitava il suo secolo, se il lettore con la propria meditazione non se ne crea a poco a poco un concetto, e non sa collocarsi nel vero punto a contemplare l’uomo interprete de’ dolori di un popolo.

Chi è egli dunque l’autore che, postosi accanto al soglio della giustizia sapientissima, sentenzia buoni e rei, gli uni esalta e beatifica, gli altri aggrava di tormento e d’infamia? Chi è egli il guerriero scienziato, l’amante teologo, il magistrato poeta, il giudice delle nazioni e dei re? Perchè tante contradizioni nella sua natura, nelle opere sue tanti toni diversi? Ora giusto come spirito più che umano, ora implacabile quasi demone, or tenero come amante? A conoscere quest’uomo tutti gl’indizii son preziosi: dispersi, accrescono le contradizioni; raccolti, le vengono conciliando.

Leggiamogli parte del suo segreto nel volto. Miriamo quella fronte alta, pronta a contrarsi alla meditazione, a aggrottarsi allo sdegno; quelle guance alquanto incavate, quel mento sporgente, che dicono vigore e accensibilità: dall’aria altera della fisonomia non so che di posato, di raccolto, e (in profilo riguardandola) di malinconico e di pietoso. Non un pensiero solo, un affetto, da quel volto traspare: que’ lineamenti che, leggermente considerati, o infedelmente ritratti, non spirano che la ferocia e la rabbia; la gravità, la sicurezza, il dolore, li modellano a espressione più varia e più profonda. Tu vi leggi un animo ardente, ma signore del proprio pensiero, ma rinchiuso in sé tanto da non lasciar prorompere invano scintilla del fuoco che lo divora; ma disposto a sentire in mezzo all’ira e all’orgoglio i più miti e nobili affetti; accessibile alla compassione che ama, al dolore ch’esalta l’anima, o la rende migliore. Ognuno avrà conosciuto fisonomie so miglianti a questa di Dante, e, nonché impresse de’ segni del rancore, informate a indulgenza e a pietà. Tale era l’a-