Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/268

Da Wikisource.

13S INFERNO 11. Allor, porsi la mano un poco avante, E colsi un ramuscel da un gran pruno; E '1 tronco suo gridò: — Perchè mi schiante? — 12. Dacché fatto fu poi di sangue bruno, Ricominciò a gridar: — Perchè mi scerpi? Non hai tu spirto di pietate alcuno? 13. Uomini fummo, ed or sem fatti sterpi. Ben dovrebb' esser la tua man più pia Se stati fossim' anime di serpi. — 14. Come d' uu stizzo verde, eh' arso sia Dall' un de' capi, che dall' altro geme, E cigola per vento che va via, 15. Così di quella scheggia usciva insieme Parole e sangue. Ond'io lasciai la cima Cadere, e stetti come l'uom che teme. 16. — S'egli avesse potuto creder prima (Rispose il Savio mio), anima lesa, Ciò ch'ha veduto, pur con la mia rima; 17. Non averebbe in te la man distesa: Ma la cosa incredibile mi fece Indurlo ad ovra che a me "stesso pesa. ■ 11. (SL) Porsi. lEn.. HI : AccesH e con strepilo boiler Tanto che quel viridemqup. ab humo cowelhre mI~ furor trooila via: Con mormora e vani Conatuì. — Schiante? /Eo., Ili: stride e si corruccia Quel vàrio of- Gemilus lacrimabilis imo Auditur teso.] — Geme. C>e-icenz- : La nera tumulo, et vox redaila feriur ad au- terra gemerà e renderà cotaliri>iuda' res : Quid nàierum., /Enea, lacerai? menti, e non grandi gronda d'acqua. ì^ì. (L) Scerpi: laceri. (F) Come. Accenna a un passo (SL) Bruno. /Kn. , IH: Nam , di Aristotele (Meteor). qua", prima solo ruptis radicibui ar- 15 (L) Scheggia : ramo rotto, éos Vellilur y huic atro liquuntur (SL) Sheggia. Ain., Ili: Ater sanguine gu>t'ie,Et terramtaboma- et allerius sequitur de cortice san- culant. — Spirto. Bocc: Se in lui guis — Come Modo che rammenta fia spirito ai pietà alcuno. il virgiliano : Similis tenenfi... im- 13. (SL) Uomini. Ma., Ili: H'iud ploranti... laboranti (En.. Xll. VII; cruor hic de stipite manat. — Pia. Georg, , III), e l'oraziano: Similis .ìÙQ.t Ili : Puree pias scelerare ma- metuenti (Sat., Il, 5).-- Teme. Ma., nus — Serpi. Lue. , 111, 7: Gzni- III : Mihi frigidui horror membra mina vipcrarum. qualit. I'k (Li Gem"-: umor^. 16. (L) Pur: sol— Rima: parola. (SL) [S^i^zo■ Non bene e con (SL) Lesa. Lesione per mutili- freddo ragi.namonio l'imitò l'Ario- zione era voce del t*>mpo ed è lut- slo(Vl): Cifme cpppo ialor chi le tavia termino medico e lecrale. — midolle Jixre e vote abbia, e jìoito Rima. Metro per grido (Inf. , VII). al loco sia ; Pai che per gran calor Altri intende del III dell'Eneide, qxielV aria molle Resta consunta che cIìb gli doveva parer favoloso. in mezzo l' empia, Dentro risuona 17. (L) Ocra: opera.