Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/370

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234 INFERNO DEGL'INDOVINI^ DI MANTOVA, E DEL TITOLO DI COiMMEDIA. Dal Giasone della favola, guerriero seiluttùre, passa il Poela al Gia- sone de' Maccabei, sacerdote profano (1); da coloro che sedussero lu- singando per proprio piacere o per lucro, a coloro che per lucro ven- dettero le cose sacre e ne contaminarono la purità ; da coloro che ado- rarono come idoli le monete, e di li presero a sé ed alla Chiesa au- spizii sinistri , a coloro che con augurii e profezie false e malie ingannarono sé ed altri ; poi da questi che con patto espresso o tacilo servirono o credettero servire a spirili non buoni , passerà a' barat- tieri, graffiati dagli uncini de' diavoli : onde i simoniaci hanno dall' un lato gli adulatori e le meretrici, dall' altro gli stregoni ; e gli stregoni dividono i simoniaci da' barattieri , il reo prete dal reo cittadino. Mette gl'indovini più sotto de' simoniaci, perchè qui la frode fatta al vero è più grave: il simoniaco vende le cose dì Dio; l' indovino s'ar- roga un attributo di Dio. Nel cerchio degl'inetti indolenti il Poeta trova un solo moderno; tra' lascivi, più amichi che moderni; tra' golosi, un moderno solo, e cosi tra gli iracondi ; tra gì' increduli, cinque moderni ; tra gli empi, un antico; tra' suicidi , tre moderni; tra' soddomiti , un antico, mo- derni sette ; tra gli usurai, quattro moderni ; tra' mezzani, un moderno; tra' seduttori, un antico; tra gli adulatori, un moderno e un antico ; tra' simoniaci, tre papi. Dal che vediamo altre bolgie essere destinate a sfogo de' suoi disdegni, altre a mostra di storica e morale dottrina. La quarta bolgia ha molli dannati antichissimi , ed è piena di mito- logica erudizione; clie a raccoglierne tanta in quel tempo bisogna- vano studii non volgari; e ad esporla cosi chiaramente, rara fermezza d' ingegno e di stile. l maglii e indovini, nota Isidoro (2i sono delti divini, quasi pieni di Dio; perchè, simulandosi pieni della, divinità, con certa astuzia di frodolenza congetturano agli uomini l'avvenire. Agostino confessa, che anch' egli in gioventù interrogava i planetarii , con antico nome chiamati matematici (3i; la quale superstizione, comune al suo tempo e dalle Decretali gasligata con cinque anni di penitenza, egli attesta insieme e condanna, scrivendo : A superstizione appartengono le mac- (I) Machab., II, IV, 7 et scq. (3) Confess., IV. (2)Isid., Etym., Vili.