Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/371

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CANTO XX. 2cÒ chinazioni delle arti maijichc, e le legature, e que' rimcdii che la scienza stessa de' medici riprova, ossia in preghiere, osòia in depre- cazioni, in certe note che chiarnan caratteri j o in cose qualsivogliano da tenere appese o legate (l). E altrove attesta, le divinazioni farsi per varii generi di pietre, di erbe, di legni, d' animali, di carmi, di riti (2); e riprova Porfirio, al quale pareva che con erbe e pietre e animali e suoni e voci e figure, e coli' osservazione di certi viotÌ7iella conversione degli astri, si possano effetti straordinarii ottenere (3). Tommaso, che tutto reca a sommi capi , distingue i due fini della raagia^ l'operare cose straordinarie, e il conoscere occulte (4). Egli però, presentendo una scienza che non é quasi ancor nata , concede che si possa, per 1' osservazione del cielo, antivedere non solo i ri- volgimenti degli astri, ma le meteore che paiono più casuali, come i tempi secchi o piovosi. E dalla tradizione, più che credenza, diffusa in tutti i luoghi e i secoli, dell'influenza degli astri sulle cose ter- rene, deduce, con un ardimento di credulità eh' è degnissimo di con- siderazione in ingegno tanto considerato, deduce che dalla scienza astronomica e meteorologica possonsi ordir congetture non già sugli atti> di tale o tale uomo, ma sui movimenti e i fatti d' intere moltitu- dini, sopra le quali ognun vede potersi e filosoficamente e fisicamente provare che le varietà de' climi e dell'atmosfera nel clima medesimo (varietà certamente originale, almeno in parte, dai climi e dalle at- mosfere di tutti i corpi del sistema mondiale) devono avere influenza. E i seguenti sono documenti di storia : Le imagini astronomiche dif- feriscono dalle negromantiche in ciò che nelle negromantiche faiinosi espresse invocazioni agli spiriti, e certi prestigi; ma nelle altre ima- ■ gini è un patto con essi spiriti quasi tacito per segni di figura o ca- ratteri (5). — Gettar le sorti è far atto perchè ci si manifesti cosa occulta ; come considerar le figure che fa il piombo liquefatto gettato nell'acqua; o porre cedole scritte o no in luogo nascoso , e vedere a chi toccano; o fare a chi tira il fuscello piii o meno grande; o get- tare dadi; o aprire un libro e notare su quale parola cade l'oc- chio (6i. Ma contuttoché riprovate da' Padri le sorti, un nobilissimo esempio dell'usarle é in quel consiglio d'Agostino: che j quando sovrasti pe- ricolo di morte a' preti, e sia incerto chi deva ol pericolo rimanere per la cura del gregge , e chi salvarsi j acciocché altri pastoH non manchino, la sorte sia giudico (7). Vedi così sottratta all'arbitrio e della generosità inopportuna e della vile paura la vita de' martiri ; i quali tutti insieme diventano marf-ri o fuggano o si rimangano. Altra maniera di sorte, dice Tommaso , è la prova del ferro, del fuoco, e anche del giudizio di Dio, per duello. Le quali consuetudini barbariche, levandosi com' aquila sopra il suo tempo, giudica il graa- d' uomo così. Reca in prima le btflle parole di Stefano V: Estorcere da alcuno la confessione col tormento del ferro rovente o dell'acqua bollente , noi consentono i sacri Canoni ; né quel che dal documento de' Padri santi non è sancito, è da presumere con trovato supersti- zioso. I difetti palesati da spontanea confessione o da prova di testi- moni, avuto dinnanzi agli occhi il timore di Dio, sono dati giudicare al nostro discernimento ; ma gli occulti e incogniti sono da lasciare (1) De Doctr. Chrisl., II. (5) Som., 2, 2, 96. (2) De Civ. Dei, XXI. (6) E altrove : Ora per vìa di aorte j (3) De Civ. Deij X. ora d* augurio ; ora per la tvocazione (i) Som., 2, 2, 95. Della falsa prò- delle Ombre. fezia^ 2, 5, 172. (7) Aag., Ep. ad Honoraf.