Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/543

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CANTO XXXiV. 407 14. 1/ altre eran due, che s' aggiungéno a questa Sovr' esso '1 mezzo di ciascuna spalla, E si giugnéno al luogo della cresta. 15. E la destra parca tra bianca e gialla ; La sinistra a vedere era tal, quali Vengon di là ove 'l Nilo s'avvalla. 16. Sotto ciascuna uscivan duo grand' ali Quanto si conveniva a tanto uccello : Vele di mar non vidi io mai cotali. 17. Non avén penne, ma di vispistrello Era lor modo; e quelle svolazzava. Sì che tre venti si movén da elio. 18. Quindi Oocito tutto s' aggelava. Con sei occhi piangeva, e per tre menti Gocciava il pianto e sanguinosa bava. dipingessero coi colori rli Dante. To- glievao essi queste imaginl dal Poe- ta , non Ps^li da sena veruna. Nel- r Iliade (XI, 39 1, sullo scudo d' Aga- mennoue é uu drago ceruleo con tre capi insieme avvolti, e un collo solo. 14. (L) Eiso. Riempitivo. — Giu- gnéno : si uaivauo in cima a fare uu sol capo. 13 (L) La: l Etiopia. (-Li Nilo Più volte rammen- tato in V.rg.i 0(0^-0. g ,IV, .E., Vili). 16. (L) Cfi^ciiaa lesta. (K) Grand Ei^cn , XX Vili, 14: Tu Cherub extf'ntus et ijro'eyens — AU. sei ne da il Poefa ai Scranni; e Lu'^.ifero era de' Seralini. 17 (L) A'én: avevano.— Vispi- strello : pi(ji<iirello. (SL) [Penne. La descrizione di un ente ima^iaario ouiaraato Tiphur- go nel Zo'iiuc^is Ydae ha qualcue so- miglianza a questa di Lucifero: . . . Ingentem vidi regem, ingen- tique seaeute'n. In sol a, ciines flainmanli stemmate vinctum. ........ utrinque patente i Alae humerii magnae,qiiule6 vesper- tiUona-n Me'iibiani< conlextae amplis . . * I NuMis erat, longis ned operlus cor- pora villis. ( Marcelli Palingenii 2òdiacus Vitae, s. IX )] — Vispistrello. .Anco ìli prosa nel Convivio. — Svolazzava. In Tosiranadiconoattivameuie tremar le ali. — Venti. Ma , XI l: Vento- sanque acLaidtt alas. (K; Mooèn Psal. X, 6: Ignis et sulphar et ^piiitus procellurum pars caltcis eorum IS (-L) Agyl'ioa. E In Semini «^ Sanguinosa- D^-l sangue de' rei ma- ciulliti misto alla s<;hiuma della sua rabbia Georg., Ili: 3/<atttm spuniis vomit ore cruore<n Orazio, di Cer- bero: Spiritus teter òanietque ìuanet ore trilinqui (Carm , 111, 11). (F) Quinn 11 vento sì forte da farsi sentire alla incallita faccia di Dante, gelava 11 flume. 11 tradimento e t gni pec'iaio è pena a sé stesso ; e il vento delle passioni tuttoché pro- venga da ardore soverchio , gela da ultimo le anime Siccome dice Pietro, dal cemilare deH'alt nello spirito di Dio che si aggira sulCacqae, spiran ordine e amo>e, co i fre'da invidia dall'ali del nen>ùo di Dio. Apoc. , XX 9'. Diabuiiis, qui .seaucebit eos, vti'Sus t4 m slagnuin tguii et sul' phiiiis (V an he Atioc. , XlX, 20; XXl, 8) Forse locacelo in slagno ge- lalo, perché nel calore é vita.