Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/65

Da Wikisource.

NUOVO AMORE. I.VJI ardite speranze condotti a piangere sulle calamità della patria. Destino di questa Italia doloroso , che uomo non crudele e non stolto non le possa rivolgere parola che non sia parola di pianto ! destino tristissimo, che il suono delle sue querele sia sovente coperto o dallo strepito dello ca- tene, o dal cozzare de' ferri, o dal ^rido de' vili, e dal vanto ancora piìi lagrirnabile, degli sciocchi! E il Petrarca pian- geva presente "quella forza che Dante lontana invocava. Con- tradizione di lamenti, quanto prossima tanto piti terribile a ripensare. Non a un imperatore, non a un papa volgeva Dante in quella lettera il suo lamento , ma a tutti i principi della terra, perchè tutti vedeva i principi della terra immischiarsi nelle cose d'Italia; vedeva Fireuze quasi centro di quella vita che per gran parte del mondo civile si diifondeva; in Firenze vedeva il destino d' Italia compendiato. E la voce di lui teneva allora ve^ e di que mille giornali che assordano di grida discordanti i popoli e i re. La voce d' un giovane Fiorentino, ignorato o sprezzato da'vecchi politicanti, spi- rimentava la" forzai di qudl'accento che doveva echeggiare canoro per tanta misura di secoli. E bene aveva di che lamentarsi Firenze in quell'anno, dico il MCCXCI , quando il Soldano di Babilonia, con grand' oste attorniando la città d'Acri, difesa indarno dai proc'.i Templari , la sa -cheggiò tutta, e sessantamila rima- sero tra morti e presi ; e il commercio fioreptino n' ebbe inestimabile d-inno : poiché Acri dal Villani è chiamata, come Bonifazio chiamò poi Firenze, uno elemento del mondo: il MCCXCI, qv.ando Filippo re di Francia, per infame consiglio di due Italiani, fece prendere quanti Ita- liani erano nel suo regno, sotto pretesto di punir gli usu- rai, onde le ricche negoziazioni de' Fiorentini furono rovi- nate; il MCCXCI, quando Guido da Montefeltro, signoro di Pisa, per difetto di guardia o per baratteria de' custodi, prese a Firenze Pont*-ad-Era, il più forte castello d'Italia che foss3 in piano ; c^uando la deliberata oste generale con- tro Pisa, di cui capitano dovev' essere Corso Donati, andò repentinamente fallita per venalità, dicevasi, di certi grandi; quando morivano Nicolò IV , Alfonso d'Aragona , Rodolfo d' Ostericche ; e Toscana e Romagna e Sicilia erano da nuovi turbini minacciate. E osservate strano avvicendarsi e confondersi di virili a teneri affetti. Nel 1289 Dante guerriero in Carapaldino ; nel UO Dante" trasfigurato dalle ango«:cie d'amore; nel 91 Dante scrittore di cose politiche ai re della terra. Combat- tendo per la j)atria, egli amava ; amava, per la patria scri- vendo : r imagine della bellezza faceva piti intonso il valore.