Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/117

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   [v. 13-27] c o m m e n t o 105

la grazia d’Iddio sa e vede ongni concetto umano che è nella mente et ogni desiderio: imperò ch’ella è quella che li spira. E però finge l’autore che Beatrice vedesse nel volto suo; cioè nella voluntà sua, lo desiderio della dichiaragione di quelli dubbi, perchè ella l’aveva nella sua menta ispirato così lo dubitare come lo dimandare apertamente, e però dice: Più chiaro assai; m’era dipinto nel viso, che nel parlar distinto; cioè più chiaro e aperto si vedeva da Beatrice nel mio concetto che non si vedrebbe nel mio parlare diviso: imperò che quello, che ’l concetto concepe insieme, lo parlar lo profferisce diviso; et Iddio vede e sa mellio li nostri concetti che non sappiamo noi pensare nè col parlare esplimere 1. Ò trovato io alcuno testo che dice: Più caldo assai; cioè più fervente; ma la prima sentenzia credo che sia milliore.

C. IV — v. 13-27. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come Beatrice incominciò a parlare, rispondendo ai dubi dello autore proponendoli prima amenduni, dicendo: Fesi; cioè fece sè, Beatrice; cioè la mia guida, qual fe; cioè sè, Daniello; cioè Daniel profeta, levando d’ira 2 Nabuccodonosor; re di Babillonia levando dall’ira sua, Che; cioè la quale ira, l’avea fatto; cioè Nabuccodonosor, iniustamente fello; cioè corruccioso contra ragione, cioè la detta sua ira. E però è qui da sapere che nella Bibbia nel libro di Daniel profeta nel capitulo secondo è scritto come Nabuccodonosor re di Babillonia somniò 3 una notte uno somnio molto meravillioso, che dimostrava le cose che doveano venire 4 dei regni del mondo delle etadi, come appare nel predetto libro, del quale in nessuno modo si potea ricordare. Unde, mandato per li suoi savi e 5 arioli e magi, commandò loro che li dicesseno lo sogno che avea fatto la notte; e quelli si scusorno che non gli poteano dire; ma s’elli dicesse lo songno elli li direbbono la interpretazione. Allora commosso ad ira comandò ad Ariot, principe della sua milizia che tutti li savi di Babillonia dovesse uccidere. Uscito fuora della città Ariot e fatto mettere in prigione li savi per lo comandamento del re, e sparta la novella per la citta, Daniel dimandò Ariot, per che cagione lo re faceva uccidere li savi; et udita la cagione, tornò ai suoi compagni Sidrac, Misac et Abdenago, e disse loro la sentenzia del

  1. Esplimere ; esprimere, alla pisana, secondo la quale pronunzia le due liquide l ed r mutansi agevolmente. E.
  2. C. M. d’ ira ; cioè di corruccio, Nabuccodonosor;
  3. Somniò, somnio; alla guisa latina somniavit, somnium. E.
  4. C. M. venire del regno suo, benchè l’ autore nostro nella prima cantica nel canto xiiii lo trasformò et arrecò a dimostrare, come appare ne l’esposizione de’ regni del mondo e de l’ etadi; ma qui s’ intende pure del regno suo, come appare nel preditto libro, del quale in nessun modo
  5. C. M. savi et astrologi e magi ,