Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/225

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vita mondana, Per che onor e fama li succeda; cioè però sono state nelle virtù pratiche e politiche, mentre che sono vissute, per avere onore e fama. Come fu detto di sopra, lo nostro autore finge che montando elli in cielo di spera in spera, secondo lo montamento mentale, secondo l’allegoria; ma corporale, secondo la lettera, ne la quale finge e parla come poeta, elli truovi in ogni spera anime beate che sono vissute nel mondo, secondo le virtù che àe a producere 1 la influenzia di quel pianeto per due cagioni. L’una, per dimostrare che l’onore di tale operazione si reca e può recare a quel pianeto, che àe a dare tale influenzia per l’ordine che Iddio àe posto nelle stelle, che come cagioni seconde cagionate da lui, che è prima cagione di tutte le cose, cagionino giuso nel mondo li suoi effetti; e però dei beni l’onore s’arreca al pianeto, e de’mali s’arreca lo biasimo, non dico lo merito nè ’l demerito, che questo è dell’omo in quanto a la influenzia del bene s’accosta coll’opera e colla voluntà accettandola, e dalla influenzia del male si diparte; e così per opposito, quando si scosta dal bene et accostasi al male: imperò che, benchè la influenzia sia, l’uomo può cessarla e seguitarla come vuole, et in questo è la libertà dello arbitrio e sta in questo lo nostro merito e demerito. L’altra cagione è, come fu detto di sopra ancora, per mostrare in che grado siano in vita eterna l’anime, che ànno seguitato la influenzia del bene e schifato la influenzia del male di tal pianeto in vita eterna: imperò che appare, poi che si rappresentano nel secondo grado, che siano nel secondo grado più bassi che gli altri beati. E veduto questo generalmente, ora è da vedere gli effetti che à a cagionare Mercurio, giuso a noi nel mondo, dei quali è dato l’onore e lo biasimo al pianeto: però che dice Abbumasar 2 nel suo Introduttorio nel trattato settimo, nella differenzia nona, dove tratta de le nature dei pianeti e delle proprietadi loro : Mercurio significa queste 22 cose senza l’altre; cioè vagezza di sapere e vedere le cose secrete; interpetrazione di deità, d’oraculi e di profezie; prescienzia di cose future; scienzia e profondità di scienzia ne’ libri profondi; studio di sapienzia; memoria di storie e di novelle; eloquenzia con politezza di lingua; sottigliezza d’ingegno; desiderio di signoria; appetito di loda e di fama; colorazioni e sottigliezze di parlari; sottigliezza d’ ingegno in ogni cosa, a che l’uomo si dà; voluntà di perfezione; sottigliezza di mano in tutti gli magisteri; esercizi di mercanzie; vendere; comprare; donare; ricevere; furare; ingannare; occultare nell’animo suoi pensieri; mutamento di costumi; iovanezza; lussuria; abbondanzia; susurrazioni; bugie; falso testimonio, e molte altre cose come quine si

  1. Producere; tolto dal latino, come dicere, inducere, ponere che talora si rinvengono presso i nostri classici. E.
  2. C. M. Albumasar