Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/266

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gine li rei che meritavano pene erano assoluti, unde incominciorno ad adorare quella statua, e di quinci prima venne l’adoramento de le statue, e però disse Stazio: Primus in orbe Deos fecit timor. Ma li Filosofi dicenti uno essere Iddio, considerando le diverse creature in che si dimostra variamente la sua potenzia e li suoi effetti, lo incominciorno a chiamare per diversi nomi, secondo li diversi effetti, e quinci nacque l’errore d’adorare li cieli e li pianeti; e volendo onorare gli uomini, dai quali aveano le provigioni, li fingevano essere mutati in stelle et in pianeti, e chiamavanli iddii et adoravangli. E per dare ad intendere questo, àe detto quello che detto è di sopra, et ora seguita; cioè: Ma Dione onoravano; ora tocca una altra fizione de’ Poeti che dicevano Venere figliuola di Dione e di Iove terzo figliuolo di Saturno, moglie di Vulcano; unde debbiamo sapere che li Poeti usano alcuna volta l’uno nome proprio per l’altro, quando li vocabuli sono equivochi. Io truovo che sono state quattro Venere; cioè due figliuole di Celio, figliuolo d’Etere e del Di’ e l’una chiamata Venus Magna, e questa si dice essere stata madre de l’Onore lo quale generò la Maestà della sua donna detta Riverenzia. La seconda Venus fu anco figliuola di Celio e d’Orne sua donna, come la prima, secondo la verità; ma, secondo la fizione poetica, questa si dice nata in mare de’ testiculi di Celio castrato da Saturno, e questa fu madre di Cupidine e donna di Baco 1. La terza Venus è quella, che prima fu detta. La quarta fu Venere figliuola di Siro e di Cipria sua donna; e chi dice di Dione sua donna, e questa fu moglie d’Adone. E perchè tutte furno chiamate Venere, quello che è dell’una si trova dato a presso li Poeti spesse volte a l’altra; e però dice l’autore, Ma Dione onoravano; li Antichi, siccome madre di Venere e Cupido; cioè lo dio de l’amore, Questa per madre sua; cioè Dione, questo per figlio; cioè Cupido, cioè di Venere. Ecco che Venere, seconda figliuola di Celio e d’Orne, fu madre di Cupidine, e l’autore lo dà a Venere figliuola di Siro e di Cipria, o vero di Dione, o a Venere figliuola di Iove terzo e di Dione moglie che fu di Vulcano, per la cagione predetta. E dicean; cioè gli antichi, che; cioè Cupido, sedette in grembo a Dido; cioè a Dido che fu regina di Cartagine, sì come finge Virgilio nel primo della sua Eneide, fingendo che, menato Enea da la tempesta del mare a Cartagine e ricevuto dalla reina Dido, Venere, che finge Virgilio che fusse madre d’Enea, vi mandò Cupidine in scambio d’Ascanio figliuolo d’Enea che dovea venire dal porto a la città di Cartagine, a ciò che facesse innamorare la reina de l’amore d’Enea acciò che fusse più sicuro; e

  1. Baco; Bacco indifferentemente usalo dagli antichi, siccome Nettuno e Nettunno ec. E.