Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/548

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76non battezzato e senza fede:
     Ov’è questa iustizia che ’l condanna!
     Ove la colpa sua, sed ei non crede?1
79Or tu chi se, che vuoi seder a scranna,
     Per iudicar di lungi mille millia
     Co la veduta corta d’ una spanna ?
82Certo a colui, che meco s’ assottillia,
     Se la Scrittura sopra voi non fosse,
     Da dubitar sarebbe a meravillia.
85O terreni animali, o menti grosse
     La prima Voluntà, ch’è per sè buona,
     Da sè, che è sommo ben, mai non si mosse!
88Cotanto è iusto quanto a lei consona:
     Nullo creato bene a sè la tira;
     Ma essa, radiando, lui cagiona.
91Quale sovresso ’l nido si rigira,
     Poi ch’ à pasciuto la cicogna i filli,
     E come quei, ch’è pasto, la rimira;2
94Cotal si fece, e su levò li cilli
     La benedetta imagine, che l’ali
     Movea sospinte da tanti consilli.3
97Roteando cantava, e dicea: Quali
     Son le mie note a te, che nolle ’ntendi,4
     Tal è l’iudicio eterno a voi mortali.
100Poi seguitaro quei lucenti incendi
     De lo Spirito Santo ancor nel segno,
     Che fe i Romani al mondo reverendi.
103Esso ricominciò: A questo regno
     Non sallì mai chi non credette in Cristo
     O prima, o poi che si chiavasse al legno.

  1. v. 78. C. A. Ov’ è la colpa sua, se ei non
  2. v. 93. E com’ el che è
  3. v. 96. C. A. sospinta di
  4. v. 98. C. A. non le intendi