Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/549

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c a n t o   xix. 537   

106Ma vedi: Molti gridan Cristo Cristo,
     Che seran ne l’udicio assai men prope1
     A lui, ch’è tal, che non cognosce Cristo.
109E tai cristian dannerà l’ Etiope,
     Quando si partiranno i du’ collegi,
     L’uno in eterno ricco, e l’altro inope.
112Che potran dir li Persi ai vostri regi,
     Come vedranno quel volume aperto,
     Nel qual si scriven tutti suoi dispregi?
115Lì si vedrà tra l’opere d’Alberto
     Quella, che tosto moverà la penna,
     Per che il regno di Plaga fi’ diserto.2
118Lì si vedrà il duol, che sopra Senna
     Induce, falseggiando la moneta,
     Quei che morrà di colpo di cotenna.3
121Lì si vedrà la superbia ch’asseta,
     Che fa lo Scozio e l’Inghilese folle,4 5
     Sicchè non può soffrir dentro a sua meta.
124Vedrassi la lussuria e ’l viver molle
     Di quel di Spagna, e di quel di Buemme,6
     Che mai valor non cognobbe, nè volle.
127Vedrass’ al ciotto di Ierusalemme
     Segnata con un I la sua bontate,
     Quando ’l contrario segnerà un emme.
130Vedrassi l’avarizia e la viltate
     Di quei che guarda l’isula del foco,
     Ove Anchise finì la lunga etate.

  1. v. 107. Prope; vicino, dal prope dei Latini. E.
  2. v. 117. Plaga; Praga pel facile scambio delle due liquide r ed l, come flagello e fragello. E.
  3. v. 120. C. A. per colpo
  4. v. 122. Inghilese pronunciasi tuttora dal popolo toscano. E.
  5. v. 122. C. A. Scotto
  6. v. 125. Buemme; oggi Boemia, ed anticamente Boemma, Buemma, Buemme e Buemmia, come Soave e Suavia. E.