Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/787

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     [v. 109-117] c o m m e n t o 775

veder lo danno; cioè non scusa le persone semplici, che vanno a la predica, non accorgersi del danno suo, che perdono la buona dottrina et empiensi di falsa; e questo dice, perchè ignoranzia non scusa peccato. Et intorno a questo è da sapere che certa scienzia del peccato più aggrava che essere ignorante del peccato; e la ragione è questa. Nel peccato s’attendono due cose; l’una l’atto del peccato; l’altra la disordinazione dell’animo del peccante. E però se’l peccato sarà in quel peccante, che più sarà disordinato per malizia, peccherà più che colui che sarà ignorante che tale atto sia peccato: imperò che lo ignorante che quello atto sia peccato men falla, che colui che lo sa: imperò che, se lo sapesse, se ne guarderebbe, e colui che lo sa, non che se ne guardi; ma per malizia lo vuole et operalo. E però dice santo Tomaso d’Aquino: Quanto motus peccati et magis propius voluntati tantum peccalum gravius et ceteris paribus; ma niente di meno ignoranzia non scusa al tutto lo peccato, benchè sia minore lo peccato commesso per ignoranzia che lo commesso per malizia: imperò che nel foro divino non escusa l’omo ignorantia facti come scusa nel foro civile, et ignorantia iuris in nessuno foro scusa lo peccatore. Et ignorantia iuris non sapere la ragione civile, o divina, che ciascuno debbe sapere per osservarla, et ignorantia facti è delle cose contingenti, da le quali anco li savi si truovano ingannati. E niente di meno peccato non si scusa però al tutto, benchè si manchi la colpa. Seguita.

C. XXIX — v. 109— 117. In questi tre ternari lo nostro autore finge come Beatrice, seguitando la sua invettiva contra li vani predicatori della parola d’Iddio, disse così a lui: Non disse Cristo; cioè lo nostro Salvatore e Maestro della legge evangelica, al suo primo convento; cioè ai suoi primi discepoli, che fu lo primo raunamento che Cristo facesse a seminare la sua dottrina. Andate, e predicate; voi miei discepoli, al mondo; cioè a la gente del mondo, giancie; cioè cose beffivili e derisorie, Ma diede lor; cioè ai suoi discepoli, verace fondamento; e questo fu la dottrina evangelica, sopra la quale ogni buono edificio si fa. El qual; cioè fondamento, tanto; cioè solamente, sonò nelle sue guancie; cioè nella bocca di Cristo, Sì; cioè per sì fatto modo, ch’a pugnar; cioè combattere, per accender la Fede; cioè di Cristo, fero scudi; cioè per difendere la fede, e lancie; per arguire contra li errori, De l’Evangelio: imperò che l’Evangelio era l’arme con che si difendevano, e l’arme con che li errori impugnavano, et altri argomenti non pigliavano. Ora; cioè al tempo presente, si va con motti; cioè da’predicatori ad insegnare la dottrina evangelica co li motti che sono detti iocosi, li quali perchè muovano 1 a gioco si chiamano motti, quasi movimenti,

  1. C. M. muoveno gli animi a letizia si chiamano