Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/132

Da Wikisource.

l2


paradiso

cidare il senato, erasi rifugiato in detta città, e tornando per le terre di Pistoia cadde co’suoi miseramente combattendo, e fu in quel tempo e per ciò distrutta la città di Fiesole e parve amaro a quel colle al.monte di Fiesole in vetta al quale era delta città sotto il qual tu nascesti tu, o Dante, nascesti, cioè in Fiorenza ch’è distante solo tre miglia, e sotto quel colle. lmperat)ri romani. poi Cesare ci tolle quel vessillo per voler di Roma per volontà del senato e del popolo romano, se non fu per gelosia di Pompeo e di Crasso, perchè gli concesse la Gallia Cisalpina,temendo che il popolo si desse tutto a lui presso al tempo di Augusto, ovvero poco prima di Ottaviano che tutto il ciel volle favorito da tutti gi’ influssi del cielo ridur lo mondo a suo modo sereno perchè potesse ridurre il mondo quieto e tranquillo a modo del cielo. E con ciò sembra indicare un solo monarca, come nel cielo è un solo reggitore. Cesare nelle Gallie ebbe prima contrasto cogli elvezi, i quali determinati ad una emigrazione, bruciato e distrutto quanto possedevano, si preparavano ad invadere gli altrui confini. Cesare passò il Rodano, e quantunque trovasse nemici furenti, e disperati, pure li sconfisse, ed astrinse a ripararsi nelle terre abbandonate. Dopo tale vittoria, accusato Ariovisto re de’ germani di oppressione sui sequani, lo chiamò a dar conto del suo operato, cui Ariovisto superbamente rispose: — E chi è questo Cesare ? — Allora corse coll’ esercito fra gli oppressi sequani ed-avuto un terribile scontro con quel superbo germano, lo debellò, e costrinse a passare il Reno in piccola barchetta avvilito escornato. Così glorioso per due grandi vittorie riportate in Una sola state, tornò nella Gallia Cisalpina, e passando per la GaiDigitized by Google