Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/133

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canto

VI. 123

ha Transalpina, ebbe terribile scontro coi nervii, gente feroce e dura, i quali tanto spaventosamente combattevano, che un aiuto di cavalli di treviri venuto a Cesare si mise in fuga al solo vederli senza contrasto. Ma Cesare tolto lo scudo ad un soldato, corse nella prima fila, e tal atto del duce fece vergognare i timidi e fuggenti, e reintegrò la battaglia, e riuscì vincitore. In Roma eransi fatte pubbliche preghiere a- gli Dei pel corso di quindici giorni. Liberato dai nervii, e costrutto un ponte sul Reno passò in Germania, dove, trattenutosi dieciotto giorni, retrocesse nella Gallia, ed ivi allestita una flotta navale, nel terzo anno della guerra gallica, passò a combattere i britanni, che avevano ai galli prestato soccorso. Nel tragitto fu colto da tale tempesta, che si temette volesse il mare casligare 1’ audacia romana non contenta de’propri confini se non li estendeva all’ intero mondo. Anche in tale incontro le preci agli Dei furono di trenta giorni, locchè mai non fu in uso. Ma tornato nelle Gallie, scorsa 1’ llliria or Schiavonia, di nuovo tentò il passaggio contro i britanni, e nuovamente fu colto da tempesta anche maggiore dell’altra, ma non pertanto vinse Cassivellano, eletto quasi re presso Londra allora nomata — Trinobanto —, e gli fu ceduta la stessa città con altre cinque, che non volle ritenere, contento di aver fatta pace col vinto, e di aver posto tributo alla Brettagna. Nel ritorno alle Gallie ebbe tranquillo il mare, che sembrava congratularsi con lui della riportata vittoria. Nel quinto anno ebbe quasi tutte le Gallie ribelli, ma le sedò per mezzo di Labieno suo legato, mentr’ egli corse in Germania contro degli svevi, costrutto un nuovo ponte sul Reno; e tornando per l’I- (alla, nuovi torbidi sorsero nelle Gallie. Vercingetorige, di corpo gigante, possente per coraggio ed armi, di terribile fama, aveva raccolto immenso esercilo da Parigi, dai Sennoni,