Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/135

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canto

VI. 12i

Gallie confinate dalle Alpi d’italia, di Spagna, del Reno, del Mediterraneo e dell’Oceano. Fin qui le armi di Cesare furono veramente gloriose, ma quindi innanzi empiec crudeli. Il senato romano, ad insinuazione di Pompeo, e di Marco Bruto decretava che Cesare abbandonasso l’esercito, e come privato tornasse in Roma; che Domizio, uomo audacissimo, fosse mandato in sua vece. Così deliberò il senato,o perchèCesare fosse invidiato, niun gran. de essendo stato mai senza invidia, o perchè si temesse che volesse farsi re di Roma, vedendolo nelle Gallie operare come re. Ma egli, negati consolato e trionfo, corse a Ravenna, città di confine alla Gallia Cisalpina, nel pensiero di difendere la propria causa colle armi. lvi seppe che i tribuni della plebe sostenendo Le ragioni di Cesare erano stati scacciati dalla città; e di notte, occultamente entrò in Rimino, e chiamate intorno a sè le sparse legioni , la Marca di Ancona allora detta Piceno, senza contrasto, anzi essa mostrandone letizia, sottomise. Si diedero a lui con altrettanto contento Toscana ed Umbria. Presso Corsino lontano da Sulmona dodici miglia, incontrò il suo più fiero nemico Domizio, il quale, tradito da’suoi fu strettoda funi edato nelle mani di Cesare, che lo sciolse, egli donò la vita che sprezzava. In tal modo tutta ltnlia datasi a Cesare, Pompeo spaventato fuggì a Brindisi, e diii scappato alle persecuzioni di Cesare, si ricovrò a Durazzo nella Grecia. Cesare allora volse a Roma, e compose a modo SUO gli ordini della città: quel che fe il predetto vessiHo poi che usci di Ravenna poichè Cesare uscì dalla città di Ravenna. Plinio chiama Ravenna — castello de’ sabini — Dante fa menzione di Ravenna in tutti tre i libri per grato animo all’ospitalità ivi trovata: nell’inferno ricordando chi allora la reggeva, e chi lo beneficò: nel Purgatorio lodando la stirpe che gli diede ospizio, e