Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/136

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I26 PIA[)ISO gli altri illustri raven nati: e qui nel Paradiso descrivendo come era in fiore quando Cesare vi dimorò preparandosi ad inva dere Roma e 1’ im pero. e salto Rubicon fu di tal volo che noi seguiteria lingua ne penna le imprese che quel vessillo feci, poichè Cesare uscì di Ravenna e saltò il Rubicone, furono tali, che non vi è lingua, nè penna che basti a celebrarle. Il Rubicone è piccolo fiume di Romagna vicino a Cesena, una volta termine o confine della provincia, qual fiume è famoso, perchè dicesi che Cesare nel passarlo determinato a combattere la patria, vedesse un’ ombra, che suonava terribilmenie la tromba. — Cesare non voleva perseguitare Pompeo per non lasciarsi a tergo una guerra a lui fatale; e piuUosto si slanciò nelle Spagne governate dai tre legati di Pompeo — Petreio ed Afranio nella Spagna citeriore, Varo nella ulteriore. Lì sofferse molti disagi per l’acqua che gli pioveva sopra a diluvio, ma reggendo a tutte le avversità, chiuse Petreio ed Afranio in un monte presso la città d’ Ilerda di Aragona, per cui assetati dimandarono di pattuire nella resa. Mentre s’intavolava il trattato, i soldati dell’ una partee dell’altra amichevolmente trattandosi nella sicurezza di pace fra loro, Petreio, ed Afranio perfidamente abusando di tal confidenza, scannavano molti soldati inermi di Cesare. Questi avrebbe potuto rivalersi coli’ uccidere altrettanti soldati dei due tradilori, ma mosso dalle suppliche di quelli che non vi avevano avuto parte, e vinto dallo spettacolo della fame che da quattro giorni sotto il più austero digiuno li tormentava, clementissimo com’era, perdonò tutto, ed accordò la pace implorata in ver la Spagna rivoke lo stuolo quel vessillo la soggiogò in soli quaranta giorni. Avverò così il detto di Cesare, che andando a tal guerra profetizzò che avrebbe trovato un esercito senza duce, e sarebbe tornato il duce senza l’esercito.