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144 paradiso


Ma perché Dio volesse m’ è occulto
A nostra redenzion pur questo modo.
Questo decreto, frate, sta sepulto
Agli occhi di ciascuno, il cui ingegno
Nella fiamma d’amor non è adulto. 60
Veramente, però che a questo segno
Molto si mira e poco si discerne,
Dirò perchè tal modo fu più degno.
La divina bontà, che da sè sperne
Ogni livore, ardendo in sè sfavilla
Sì, che dispiega le bellezze eterne. 66
Ciò che da lei senza mezzo distilla
Non ha poi fine, perchè non s move
La sua imprenta, quando ella sigilla. 69
Ciò che da essa senza mezzo piove
Libero è tutto, perchè non soggiace
Alla virtude delle cose nove. 72
Più le è conforme, e però più le piace;
Chè 1’ ardor santo, che ogni cosa raggia,
Nella più simigliante è più vivace. 7
Di tutte queste cose si vantaggia
L’ umana creatura, e, s’ una manca,
Di sua nobilità convien che caggia. 78
Solo il peccato è quel che la disfranca,
E falla dissimile al sommo bene,
Perché del lume suo poco s’ imbianca.
Ed in sua dignità mai non riviene,
Se non riempie dove colpa vola,
Contra mal dilettar con giuste pene. ‘84
Vostra natura, quando peccò tota
Nel seme suo, da queste dignitadi,