Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/173

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canto

Viii. 163

COMMENTO Dl BENVENUTO Anime beate nel cielo di Venere. Si divide il canto in tre parti. Nella prima, Dante ascende aLla stella cli Venere, e descrive Le anime inclinate alla passione d’ amore. NelLa seconda, incontra un’ anima illustre moderna. Nella terza, muove un dubbio che tratta in curiosa maniera. Venere fu veramente donna dr Cipro estremamente bella, e lussuriosa, ed i poeti dicono che sposasse Vulcano dio del fuoco e dio della carnale concupiscenza. Nata da Giove e da Dione figlia dell’Oceano per la maravigliosa bellezza, e libidine chiamata Venere, madre di Amore, venerata qual Dea, presso Pafo ebbe primamente un’ ara e tempio. Il culto maggiore a Venere fu prestato dai libidinosi cipriotti che lo diffusero fra i greci, fra i romani, e perfino fra i barbari. Il popolo, ed i grandi prestarono tal culto anche ne’lupanari. La sola Messalina imperatrice basta a mostrarne la storica verità, e Giovenale aggiunge che dessa lo abbandonò stanca ma non sazia. Quei di Cipro conducevano le loro vergini al lido del mare, perché col prezzo delle primizie verginali offerte a Venere si componesser la dote. Ed il concorso era molto, perchè il prezzo era tenue. Giustino, attesta nelle Calabrie frai locresi lo stesso costume. lo mundo solea ereder in suo pendo il mondo era solito di ritenere a sè dannoso che la bella Ciprigna raggiasse che Venere inspirasse cdgl’ influssi suoi ci folle amore I’ amore sensuale. L’amore è di vìrie sorta; amore di amicizia che è amor di virtù; amor di senso, e lascivia, cagione de’ mali più gravi, e di questo parla Dante volta nei terzo epiciclo girante, volgentesi nel terzo cielo. Epiciclo è quel piccolo cerchio, nel quale particolarmente ciascun pianeta si aggira di proprio [noto da occidente in oriente,