Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/183

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canto

VIII. 173

a concepire quello che non intendi. Molti sapienti si maravigliarono, come da un padre magnanimo nasca un figlio vile, come accadde a Scipione ed a Cicerone, il primo de’ quali ebbe un tristo figlio, l’altro un figlio tristo e briaco. E Dante stesso che tanto odiava l’avarizia ebbe un figlio avaro. Accade però anche al contrario, perchè da pessimo padre nasce un ottimo figlio: lo ben che tutto il regno che tu scandi volge e contenta fa esser virtute sue provvedentie in questi corpi grandi Iddio che lutto il cielo che tu sali rende contento col desiderio di avvicinarsi all’Empireo, fa che l’attività di esso cielo tenga le veci della sua provvidenza in queste sfere, che mandano i loro influssi sulle cose terrene. AI ben essere del mondo è necessaria la diversità, prodotta dalla causa prima o provvidenza divina, poi dalla causa seconda od influsso, ed in ultimo dall’ industria umana. Dio diede virtà ai cieli di ridurre ad atto quanto è nessario nel mondo. etnon per le nature provedute sono in la mente ch e da se perfecta e non solo le nature provvedute sono dalla mente divina ma esse insieme con la br salute son provise ma essi enti, esse nature hanno provvisto alla loro conservazione.perche quatunphequest arco saetta perchè tutto ciò che questa attività, questa virIiì move, anima, influisce cade disposto a provedulo fine dirigge al vero fine come saetta diretta allo scopo si come cosa in suo segno directa. Quando questo non fosse se ciò non fosse — il ciel che tu camini producerebbe si li suoi effecti le sfere che tu sali eserciterebbero in tal modo il loro influsso che non sarebber arti ma ruina che non sarebbero provvidenza, ma confusione e mina, e cio esser non puo se glintelecti e ciò non è possibile, perchè le intelligenze angeliche non son manchi non son difellose che movon queste stelle queste sfere e manco il primo e meno poi il primo intelletto,