Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/233

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canto

xi. 223

come lui.iLa povertà rende l’uomo intrepido contro i colpi della fort4ha. Cesare nella Grecia mal tollerando il ritardo nella guerra, per riunire, l’altra parte del suo esercito si affidò in leggera barchetta di misero pescatore alla fortuna di mare. ne valse che colui che a tutto I mondo fe paura la trovo sicura con Amiclate al son di la sua voce non valse aver udito raccontVe, che Giulio Cesare che fe’ paura a tutto il mori- do trovasse la povertà sicura con Amiclate pescatore, allora che battendo alla porta della capanna di lui lo chiamò ad alta voce; ne valse esser costante ne feroce si che dove Maria rimasegiuso ella con Cristo pianse in su la croce nè valse alla povertà, per rendersi accetta agli uomini, l’essere stata costante e coraggiosa fino a salire sulla croce con Gesù Cristo, che vi morì ignudo, quando Maria rimase a piè di essa. Lucano parlando di Amiclate esclama — o potere di sicurtà ne’ poveri! E Giovenale —- il viandante canterà spensierato dinanzi all’assassino: ma perch io non proceda troppo chiuso ma per non parlare troppo oscuro prendi ornai nel mio parlar di- fuso Francesco e Poverta questi amanti apprendi dal mio più aperto discorso che Francesco e Povertà furono due amanti. Francesco da franco libero da ogni cupidigia; Povertà da parvo poco, che figura sobrietà, temperanza, libertà. La br concordia e br lieti sembianti amore e maraviglia e dolce sguardo facian esser cagion de pensier sancti la loro concordia di vita, il loro contento che traspariva nel volto, la carità maravigliosa, la dolce contemplazione loro dava materia a pensare soltanto cose sante tanto che I venerabile Bernardo Bernardo di Qnintavalle, il primo seguace di san Francesc% si scalzo prima prima vestì l’abito di san Francesco,<a piedi nudi e corse dreto a tanta pace qianta ne dà la povertà e li parve esser tardo correndo e gli parve di non essere mai veDigitized by Google