Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/261

Da Wikisource.

canto

Xlii.

quanto la danza che si sospese e quei santi lumi alesersi a noi e quei santi spiriti rivolsero la loro atteftzione a me ed a Beatrice felicitando se di cura in cura traendo felicità dal passare dall’una all’altra cura, cioè, tralasciando canto e danza, alla cura di soddisfare al desiderio altrui poi che li si canto non Bacho non Peana giacchè in quel luogo non si cantava come solevasi dagli antichi Bacco, Peana, Apollo, divinità fautrici de’ poeti, e da questi principalmente celebrate ma tre persone in divina natura ma la santissima Trinità, tre persone ed un solo Dio et in una persona essa et I umana e nel figlio la natura umana e divina tanto de la da nostra usanza tanto diversamente dai nostri costumi quanto di la dal mover dita Chiana si move il del che tutti gli altri avanza quanto più smisuratamente veloce del lentissimo moto della Chiana è il moto velocissimo del più alto cielo. La Chiana è fiume, quasi valle paludosa in Toscana, di cui si parlò nell’ Inferno. La luce in che mirabil vita del poverel di Dio narrata fummi l’anima splendiente di san Tommaso, da cui mi fu narrata la vita del poverel di Dio san Francesco ruppe I sitenho ne concordi numi cominciò a parlare fra quegli Dei concordi, Dei per partecipazione di divinità, ossia fra quei beati e disse e così disse: quando I una paglia e tratta e quando la sua semenza e gia riposta a batter I altra dolce amor m invita dappoichè delle cose che io aveva a risponderti l’una è già chiarita compiutamente, l’amore che io ti porto, m’invita a dichiararli 1’ altra che è a veder tanto non surse il secundo: pensò Dante che san Tommaso così dicendo volesse riferirlo al primo padre Adamo od a Gesù Cristo, che non ebber pari; eppure san Tommaso non intendeva nè dell’uno, nè dell’altro, ma inVeCe del re Salomone.