Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/286

Da Wikisource.

276 PARADtSO Perchè mi facci del tuo nome sazio. 87 O fronda mia, in che io compiacemmi Pure aspettando, io fui la tua radice: Cotal principio, rispondendo, femmi. 90 Poscia mi disse: quel, da cui si dice Tua cognazione, e che cento anni e piue Girato ha il monte in la prima cornice, 93 Mio figlio fu, e tuo bisavo fue: Ben si convien che la lunga fatica Tu gli raccorci con l’opere tue. 96 Fiorenza, dentro dalla cerchia antica, Onde ella toglie ancora e terza, e nona, Si stava in pace sobria e pudica. 99 Non avea catenella, non corona, Non donne contigiate, non cintura Che fosse a veder più che la persona. 102 Non faceva nascendo ancor paura La figlia al padre, chè il tempo e la dote Non fuggian quinci e quindi la misura. 10ì Non avea case di famiglia vote: Non v’era giunto ancor Sardanapalo A mostrar ciò che in camera si puote. 108 Non era vinto ancora Montemalo Dal vostro UccelÌatoio, che, come è vinto Nel montar su, così sarà nel calo. i il Bellincion Berti vidi io andar cinto Di cuoio e d’osso, e venir dallo specchio La donna sua senza il viso dipinto: 1t) E vidi quel de’ Nerli e quel del Vecchio Esser contenti alla pelle scoperta, E le sue donne al fuso e al pennecchio. I 17