Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/311

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canto

XVI. 301

nar questa terra? — e tosto strinse il bastone del comando, montò la scala del palazzo pubblico, e si mise al banco a render ragione, e durò così molti giorni. A compenso il’ uomini così malvagi Certaldo può melter fuori un vanto, che lo compensa con usura, dico Giovanni Boccaccio, veramente Bocca d’oro, mio venerando maestro, caldo ammiratore di Dante, e che scrisse tal libro che molto serve ad intenderlo: scrisse pure — Della genealogia degli Dei, delle vicende degli uomini illustri, delle illustri donne, sui fiumi, delle Buccoliche e tante altre opere lasciò — e di Fighine altra villa del conado fiorentino distante dalla città di Fiorenza dodici miglia. Di Fighine fu serDego, esso pure ribaldo giurista: pura vedeasi ne I ultimo artista tale cittadinanza vedeasi pura fino nell’ ultimo artigiano, che era vero fiorentino O quanto fora meglio esser vicine quelle genti eh io dico oh quanto sarebbe stato meglio aver vicine le genti nominate et al Galluzzo et a Trespiano aver vostro confine e meglio / avere il vostro confine al Galluzzo’odaTrespiano, luoghipoCO più lontani di miglia da Fiorenza che averle dentro e! sostener lo puzzo che averle tanto vicine e domestiche, e sostenere il puzzo del villan d Aguglion Ubaldo di Aguglione, villa del contado fiorentino, quale Ubaldo ful più infesto a Firenze per un libro infame da lui scritto a sostegno delle parti guelfe e ghibelline; di quel da Signa altro paesetto lontano da Fiorenza cinque miglia sopr’Arno, e ritengono che ser Fazjo fosse di detto paese 4iomo venalJche gia per barattar ha I occhio aguzzo, e meritano quindi la pece infernale. Dante poi ripete ogni male della sua patria dalle dissensioni fra l’impero e la Chiesa, imperocchè al tempo di Federico li nacquero le parti o fazioni, ed avvennero le cacciate da Fiorenza/ tal fatto e Fiorentino e cambia e merca (aDigitized by Google