Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/312

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paradiso

luno divenne cittadino di Fiorenza mercanteggiaudo che suarebbe volto a Simifonti che sarebbe ritornato a SimifonLe, pover1uogo in vai d’Eisa preso a gran fatica dai fiorentini, e distrutto la dove andava i avolo a la cerca sua terra natale, dove l’avolo viveva di limosina, o andava alla cerca intorno le mura della cittgse la gente che al mondo piu trali?4Jt. 4 &-,gna se le persone che dovriano seguire le vestigia degli antichi e più degli altri deviano dal retto sentier non fosse stata a Cesare noverca non fosser state qual matrigna all’ imperatore, giacché Cesare suona Imperatore ma come madre a suo /1- gliol benigna ma come madre a figlio fossero state a Cesare benigne. ,& Sariasi Monte Murlo ancor de Conti dei conti Guidi ai quali fu dato dall’ imperatore, e che poscia vendettero al comune di Fiorenza(per non poterlo difendere dai pistoiesariansi i Cerchi nel Pivier dAcone dei Cerchi molto si disse e si dirà nel canto seguente nel Pivier nella Pieve. Acona è paese del contado fiorentino in cui nacquero i predetti Cerchi e forse in Valdigrieve i Bondelmonti luogo così nomato a fiume Greve nel Fiorentino donde i Buondelmonti vennero a Firenze. — valle del fiume Greve — la confusion de le persone la mescolanza delle persone di diverse parti sempre principio fu del mal de la Cittade perché si riempie oltre la sua capacità come del corpo il cibo che s appone come è principio di malore al nostro corpo il cibo che si soprappone dopo aver mangiato a sazietà,te cieco Toro piu avaccio ca&<e Loro più satollo casca più resto che cieco agw3llo che I’ agnello ignorante; aliegoricamente più presto cade il nobile vizioso del vizioso popolano. Pure io credo che diversa sia la mente di Dante, la quale voglia esprimere, che la città quando è piena d’ innocenti villani è più forte e potente di quel che piena di