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paradiso

rare; e I trasmutar fu tale ne li ochi miei e Io mia traslazione fu tale per me qual donna imbianca in piccol varco di tempo come la donna che in un momento divien pallida quando il volto suo discarchi il carcho di vergogna deponga il rossore di verecondia. tal fu negli occhi miei e fu tale la impressione de’ miei occhi quando fui volto per lo candore de la temperata stella sesta quando vidi lo splendore bianco e puro del sesto cielo di Giove, pianeta temperato che dentro a se rn havea riccolto dentro cui mi trovava. In tal pianeta sono le anime di coloro che giustamente ressero e governarono gi’ imperi. Io vidi in quella facella joviale nello splendido pianeta di Giove lo sfavillar de lamor che li era i diversi piriLi lucenti che ivi si trovavano signar agli occhi miei nostra favella rappresentare a’ miei occhi lettere o caratteri italici. che creature sancte che le anime de’ santi regnanti volitando volando in vari modi cantavano dentro ai lumi di cui eran vestiti e facean se e faceano di sè stessi le lettere or D or I or L. in sua figura figuravano atteggiandosi in vari modi le dette lettere, e risultavano le parole diligite justitiam qui judicatis terram amate la giustizia, o voi regnanti della terra si come auselli surti di rivera come gli uccelli che sorgono dal palude quasi congratulando a br pasture quasi in espressione di letizia pci pascoli trovati fanno di se or lunga or tonda schiera formano fila or lunga, or tonda, a guisa di lettere, secondo che Lucano afferma delle grue; poi cantando a sua nota movense accompagnavano al canto il danzare, e così le parole dette cantando, scrivevano volando, figuraadosi come le lettere componenti le stesse parole del canto. poi diventando bun di questi signi poi figurata una lettera s arreslavan un poco fermavano il moto e taceasi ed il canto.