Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/361

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canto

XIX. 3Sl

meno anche in alto mare il fondo è, quantunque la profondità all’occhio si nasconda. La infinita sapienza di Dio si paragona al fondo del mare, e l’intelletto, occhio dell’ anima, all’ occhio fisico nostro. Ecco perhè accadono molte cose che ci sembrano dannose edingiuste, eppur sono nella divina sapienza. lume non ce se non vien da sereno non vi è cognizione o lume se non viene da Dio che non si turba mai che mai non si cambia anzi ce tenebra anzi il nostro intelletto lo oscura o umbra de la carne e suo veleno o per illecite passioni o per malizia. E così conclude che senza il lume della fede, per mezzo de’ Sacramenti èimpossibile che alcuno si salvi. Assai t ce mo aperta la latebra che t ascondeva la giusi itia viva quanto basta ti si dissiparono le tenebre che ti nascondevano la giustizia divina di che facevi question cotanto crebra sulla quale tanto spesso movevi dubbio e ricerca che tu dicevi perché tu dicevi un hom nasce a la riva de i Indo nell’estremo oriente. Indo è fiume, dal quale India prende il nome. L’ indiano per la lontananza e difficoltà del cammino può men degli altri sapere della fede di Cristo e qui non ce chi ragiona di Cristo ne chi lega ne chi scriva e nell’ India niuno insegna, niuno predica, niuno scrive sulla venuta, pas sione e risurrezione di Cristo, come fecero i santi dottori, e specialmente sant’ Agostino, che scrisse oltre mille volumi, e cui non basterebbe a leggerli la pitì lunga umana vita: e tutti soi voleri et acti boni sono quanto ragione umana vede sanza peccato in vita o in sermoni e tutte le volontà ed operazioni sia in parole, sia in atti, siano buoni nell’ Indiano secondo la ragione naturale more non baptizato e sanza fede e quell’ indiano muore senza battesimo e senza aver conosciuta la fede di Cristo ov e questa justicia che I condanna? come si può giustamente condannarlo? or e la colpa sua