Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/373

Da Wikisource.

canto

XX. 363

COMMENTO DI BENVENUTO Si divide il cauto in quattro parti. Nella prima, quali anime compongano I’ aquila. Nella seconda, l’aquila che torna a parlare nomina cinque beati lumi, de’ quali si compone il suo occhio. Nella terza, si scioglie un dubbio. Nella quarta, si parla della immensa profondità della divina predestinazione. Come il sole vicino all’ occaso lascia apparire or una, or due, or tre, or molte stelle, così l’aquila col suo tacere aveva lasciato luogo alle anime de’ beati nella figura della croce di mostrarsi e di sfavillare Io Ciel che prima sol $ accende di lui il cielo prima illuminato dal sole mondano, che non ha lume, che da lui subitamente si ri/’a parvente tosto diviene più splendido per altro lume per molte luci in che una risplende per molte stelle, ciascuna delle quali rifletta dal corpo suo i raggi di una sola luce, cioè del sole (ritenevasi che il sole illuminasse le stelle) quando colui il sole che alluma tutto i mondo che illumina tutto il creato si discende dei nostro hemisperio parte dal nostro emisfero ad un altro che il giorno si consuma d ogni parte e si fa notte. Come ogni stella riceve il lume dal sole, così quelle anime lo ricevevono dall’ aquila: volgendo il sole all’ occaso, le stelle in prima nascoste cornpariscono a varie riprese in occidente, e del par mettendosi l’aquila al silenzio, le anime a varie riprese cominciarono a cantare e scintillare e quest acto del ciel mi venne in mente e I’ apparir delle stelle nell’ atto della caduta del sole mi venne in mente come il signo dei mondo e de suoi duci nel benedetto rostro fu tacente quando 1’ aquila, segno dell’ impero mondiale, e degli imperatori, si tacque. pero che tutte quelle vive luci vie piu lucendo cominciaron canti la- bili e caduchi da mia memoria imperocchè quelle splendide