Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/407

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canto

XXII. 397

all’ ardore del Sole sì apre per quanto son grandi le foglie sue, ossia io presi di voi tale confidenza, quanto prendere ne poteva, e più non avrò timore di esservi, come prima molesto, nel ricercarvi. Pero ti prego e tu padre m accerta s io O88O prender tanta grazia eh io ti veggio con imagine 8coperta ti prego quindi o padre, se posso essere capace o meritevole di tanta grazia, che tu miti mostri nella vera tua sembianza. ond clii rispose o frate il tuo alto disio fratello, 1’ ardente tuo desiderio di vedermi a faccia scoperta 8 adempiera in su i ultima spera ove $ adempie tutti gli altri e I mio si compierà nel cielo empireo, dove tutti gli altri desidèri insiem col mio saranno appagati. ivi ee perfecta matura e intera ciascuna disianza ogni desiderio è ivi perfettamente, debitamente ed interamente adempiuto: in quella sola ce ogni parte la ove empr era in quella sola sfera le parti di essa non mutano mai luogo; ossia quella sola tra le altre sfere rimane immobile per- che non ce in kco non simpolaperchènonsi muove, non muta luogo, non ha poli intorno ai quali aggirarsi e nostra scala in/mo a essa varca e la nostra contemplazione giunge fino alla cognizione di Dio, onde cosi dal viso ti 8 invola il perchè ti si toglie dal cospetto, ossia non puoi arrivare col tuo intelletto al sommo di questa scala che poggia ai piedi di Dio. il Patriarca Iacob la vide porger la parte superna in/mn la su quando gli apparve si carca dangei il patriarca Giacobbe, quando gli apparve carica di angeli, la vide arrivare colla cima fino lassù. Giacobbe la vide in sogno mentre fuggiva 1’ ira del fratello Esau, che aveva frodato della eredità e benedizione paterna, ma per sauna mo nessun diparte da terra i piedi ma per salire questa scala ora nessuno solleva gli affetti dalla terra. Dante però parla troppo largamente, percbè