Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/406

Da Wikisource.

396


paradiso

sta contro la verità, in un tempio eretto in quella cima e io son quel che su vi portai prima lo nome di colui che in terra addusse la verita che tanto ci sublima ed io pci primo vi portai il nome di Gesù Cristo, che recò la divina verità che c’ innalza all’ ultima sfera: e tanta gratia sopra me rilusse che ritrasse le ville circumstanti da 1 impio culto che i mondo sedusse e tanta grazia m’ infuse lo Spirito Santo che potei togliere dall’ idolatria, che aveva sedotto I’ intero mondo, tutte le genti dei luoghi dintorno. Fu più difficile a san Benedetto togliere quelle genti dal culto d’ Apollo ossia del sole, perché I’ influsso del Dio adorato era più sensibile di ogni altro, e per questo il culto era durato varie centinaia d’ anni dopo la venuta di Cristo, questi altri fochi foron homini tutti contemplanti questi altri spiriti ardenti di carità furono uomini sommamente contemplativi accesi di quel caldo che fa nascere i fiori e i frueti santi lo Spirito Santo infonde grazia operante e cooperante, e così prod uce quel fiore e quel frutto de’quali si è discorso nel canto Il dell’inferno. quivie Macario antico eremita qui e Romoaldo fondatore dell’ordine Camaldolese quivi son li frati miei che dentro ai chiostri fermar li piedi e tener il cuor saldo qui sono i miei fratelli, che chiuserc’ ogni affetto umano nel chiostro, e furono sempre costanti nel proposito di santa contemplazione. Come il pesce muore fuori dell’acqua, così muore alla santità il monaco fuori della cella. et io a lui risposi I affecto che dimostri me- co parkzndo e la bona sembianza eh’ io veggio e noto in tutti li ardori vostri il singolare affetto che mi dimostri parlandomi, e l’aspetto di voi tutti ardenti di carità che io scorgo e distinguo cossi m a dilatata mia fidanza così mi ha reso coraggioso ed ardito come il sole fa la rosa quanto aperta tanto diven quani ella e di possanza ad apririni, come la rosa Digitized by oog1e