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paradiso

Però salta la penna, e non lo scrivo: Chè l’immaginar nostro a cotai pieghe, Non che il parlare, è troppo color vivo. O santa suora mia, che sì ne preghe Devota per lo tuo ardente affetto, Da quella bella spera mi disleghe: Poscia, fermato il foco benedetto, Alla mia donna dirizzò lo spiro, Che favellò così, come io ho detto. Ed ella: o luce eterna del gran viro, A cui nostro Signor lasciò le chiavi, Che portò giù, di questo gaudio miro, 36 Tenta costui de’ punti lievi e gravi, Come ti piace, intorno della Fede, Per la qual tu su per lo mare andavi. 39 S’egli ama bene, e bene spera, e crede, Non t’è occulto, perché il viso hai quivi, Ove ogni cosa dipinta si vede. Ma, perché questo regno ha fatto civi Per la verace Fede, a gloriarla Di lei parlare è buon che a lui arrivi. Sì come il baccellier s’ arma, e non parla Fin che il maestro la quistion propone, Per approvarla, non per terminarla. Così m’armava io d’ ogni ragione, Mentre clì’ella dicea, per esser presto A tal qucrente e a tal professione. Di’, buon Cristiano, fatti manifesto: Fede che è? onde io levai la fronte In quella luce onde spirava questo. Poi mi volsi a Beatrice; e quella pronte


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