Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/490

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paradiso

E l’esemplare non vanno d’un modo; Chè io per me indarno a ciò contemplo. Se li tuoi diLi non sono a tal nodo Sufficienti, non è maraviglia, Tanto per non tentare è fatto sodo. 60 Così la Donna mia; poi disse: piglia Quel che io ti dirò, se vuoi saziarti, E intorno da esso t’ assottiglia. 6 Li cerchi corporali enno ampi e arti, Secondo il più e il men della virtute, Che si distende per tutte br parti. C6 Maggior bontà vuoi far maggior salute: Maggior salute maggior corpo cape, S’egli ha le parti ugualmente compiute. 69 Dunque costui, che tutto quanto rape L’alto Universo seco, corrisponde Al cerchio che più ama e che pii sape. Perchè, se tu alla virtù circonde La tua misura, non alla parvenza Delle smistanze che ti appaion tonde, Tu vederai mirabil convenenza Di maggio a più, e di minore a meno, In ciascun Cielo, a sua Intelligenza. 78 Come rimane splendido e sereno L’ emisperio dell’ aere, quanto soffia Borea da quella guancia, onde è più leno, 81 Perché si purga e risolve la roffia, Che pria turbava, sì che il Ciel ne ride, Con le bellezze d’ogni sua paroflla; 84 Così feci io, poi che mi provvide La Donna mia del suo risponder chiaro,