Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/503

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canto

XXIX. 493

E come in vetro, in ambra, o in cristallo Raggio risplende sì, che dal venire All’esser tutto non è intervallo; 27 Così il triforme effetto dal suo sire Nell’esser suo raggiò insieme tutto Senza distinzion nello esordire. 30 Concreato fu ordine, e costrutto Alle sustanze, e quelle furon cima Nel mondo, in che puro atto fu prodiitto. 33 Pura potenza tenne la parte ima; Nel mezzo strinse potenza con atto Tal vime, che giammai non si divima. 36 Jeronimo vi scrisse lungo tratto Dei secoli, degli angeli, creati Anzi che I’ altro mondo fosse fatto. Ma questo vero è scritto in molti lati Dagli Scrittor dello Spirito Santo: E tu te ne avvedrai, se bene agguati: 42 E anche la ragion lo vede alquanto, Chè non concederebbe che i motori Sanza sua perfezion fosser cotanto. Or sai tu dove e quando questi amori Furon creati e come; sì che spenti Nel tuo desio già sono tre ardori. 48 Nè giugneriesi, numerando, al venti Sì tosto, come degli Angeli parte Turbò il suggetto de’ vostri elementi. L’altra rimase, e cominciò quest’arte, Che tu discerni, con tanto diletto, Che mai da circuir non si diparte. Principio del cader fu il maledetto