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paradiso

Superbir di colui che tu vedesti Da tutti i pesi del mondo costretto. Quelli, clic vedi qui furon modesti A riconoscer sè della bontate, Che gli avea fatti a tanto intender presti; 60 Perché le viste br furo esaltate Con grazia illuminante, e con br merto, Sì ch’ hanno piena e ferma volontate. 63 E non voglio che dubbi, ma sie certo, Che ricever la grazia è meritorio, Secondo che l’affetto le è aperto. 66 Ornai d’intorno a questo concistorio Puoi contemplare assai, se le parole Mie son ricolte, senz’ altro aiutorio. 69 Ma, perchè in terra, per le vostre scuole, Si legge che 1’ angelica natura É tal, che intende, e si ricorda e vuole; 7 Ancor dirò, perché tu veggi pura La verità cha laggiù si confonde, Equivocando in sì fatta lettura. 73 Queste sustanze, poi che fur gioconde Della faccia di Dio, non volser viso Da essa, da cui nulla si nasconde: 78 Però non hanno vedere interciso Da nuovo obbietto, e però non bisogna Rimemorar per concetto di’iso. 81 Sì che laggiì non dormendo si sogna, Credendo e noti credendo dicer vero: Ma nell’uno è più colpa e più vergogna. 84 Voi non andate giù per un sentiero, Filosofando: tanto vi trasporta