Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/507

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canto

XXIX. 497

COMIENT0 Dl BENVENUTO IL canto si divide in quattro parti. Nella prima, tre quistioni intorno alla natura degli angeli. Nella seconda, caduta degli angeli. Nella terza, invettiva contro coloro che pospongono ed alterano le sacre carte. Nella quarta, si torna alla materia degli angeli. Beatrice col volto dipinto di riso si tacque Beatrice raggiando il viso suo d’ un riso si tacque risguardando fixo nel puneto che mi avea vinto fissa guardando nel punto tanto spiendiente, e folgorante, che io non aveva potuto sostenere tanto quant ce dal punto che il Zenit intibra tanto quanto è dal punto dello Zenit nel tempo che tiene in equilibrio il sole e la luna, ovvero che la luna sorge sull’orizzonte ed il sole Iramonta, Beatrice riguardando in quel punto si tacque Zenit è quel punto che perpendicolarmente dal cielo cade sul nostro capo, e che passa in un istante pel continuo movimento (1cl cielo in/in che luno e laltro infin che il sole e la luna si dilibra sorte dall’ equilibrio da quel cinto dall’ orizzonte cambiando I emisperio quando ariete ascende, la luna tosto discende in libra quando ambidue li figli di Latona il sole e la luna che per poetica finzione si ritengono figli di Latona coverti del montone e de la libra il sole in ariete e la luna in libra, segni opposti fanno del orizzonte insieme zona fanno zona a sè medesimi dell’orizzonte, cioè sono circondati dall’orizzonte. In somma poco Beatrice stette fissa in quel punto. Poi comintio: io dico non dimando quel che tu voi udii’ pere/i io i o visto la ove si appunta ogni ubi et ogni quando poi Beatrice cominciò: io ti dico, e non ricerco quanto desideri, perchè io I’ ho visto in Dio, nel quale è presente ogni tempo. non per avere in se aquisto di bene Dio non creò I’ universo per aver maggior bene che non puo esser pCrCI)è II4MBALDI — Vo!. .