Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/526

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paradiso

-visivicome lampo sul)itaneo che disgreghi gli spiriti visivi si che priva de I atto I occhio di piu forti obietti sì che priva l’occhio dell’azione di più forti oggetti.sempre amore che queta questo Cielo accoglie in se con si facta salute per fare disposito a sua fiamma il candelo. Sempre Iddio che fa contento e bealo questo cielo, accoglie in sè le anime con tal salute da disporla alla luce di sua vista, quasi come I’ uomo dispone la candela al lume, ch’ ella render deve. Non fuor piu tosto dentro di me venute queste parole brevi eh io compresi me sormontare sopra mia virtute appena ebbi udite quelle brevi parole di Beatrice, ch’ io mi sentii maggiore di me stesso e di novella vista mi raecest tale e la mia vista, o gli occhi miei si sentirono tanto potenti che nulla luce ee tanto mera che 9li occhi miei non si fosson difesi che non vi sarebbe stata luce tanto acuta che gli occhi miei non avessero potuto sostenere. e vidi lume in forma di rivera e vidi un lume come fiume di luce: Dante finge di vedere tanta luce, come fiume scorrente tra fonde rive e dal fiume sprizzare faville sulle rive, che avevano seco 1’ odore de’vari fiori prima d’ immergersi. Pretesero alcuni che in tal modo Dante figurasse il cielo cristallino, fondandosi sul detto del Profeta — benedite le acque che sono sopra del cielo — ma Dante era già nell’empireo; dunque non potea descrivere il cielo cristallino. Inoltre esso più avanti fa dire a Beatrice, che è necessario bere delle acque di quel fiume, e perciò io ritengo, che invece del cielo cristallino, Dante abbia voluto figurare la grazia divina che scorre qual fiume dall’ altoal basso, cioè ai mortali, e per le due rive figuni il nuovo e veccbio Testamento, ed i fiori siano i santi e beati, e le faville gliangeli ministri di tal grazia fulvido di fulgore spiendiente di molti splendori mIra due rive dipinte da mirabil primaveDigitized by Google