Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/525

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canto

XXX.

spiegare non me preciso al mio cantar I seguir non fu impedito il mio canto; ma or convien che mi seguir desista ma ora conviene che cessi di cantare di lei piu dietro a sua bellezza poelando nè che vada più poetizzando sulla bellezza di lei come al ultimo suo ciascuno artista come fa ciascun artista giunto all’ estremo di suo potere per toccare la perfezione dell’opera. Ogni arte ha i suoi confini. Cotal Beatrice nell’ ultimo grado di sua bellezza quale io la lascio a maggior bando che quel di la mia tuba quale io lascio laudanda da migliore, e più capace poeta di me che diduce I ardua sua materia terminando che si affretta a dar fine alla sua ardua impresa cum acio ci voce da expedito duce ricomincio con gesto e voce di franco capitano ricominciò: noi siamo usciti fuore dal maggior Corpo al Ciel che e vera luce noi siamo usciti dal maggiore cielo corporeo che abbrac• cia gli altri cieli minori, e siam saliti al cielo empireo, luce intellettual piena d amore luce non corporea piena di amore, amor di vero ben pien di letitia amore di bene non fallace che cagiona sempre letizia, lei itia che trascende ogni dolciore letizia che sorpassa ogni dolcezza. qui vedrai luna e I altra militia di Paradiso, e luna in quelli aspecti che tu vedrai al ultima fusticia. Qui vedrai gli angeli che militarono contro gli spiriti ribelli, e gli uomini santi che militarono contro i vizi: e questa seconda milizia ora a te si mostrerà il) quello stesso corporale aspetto, in che tu la vedrai nel giorno del finate giudizio. — in tal giorno si vedrà anche in umano aspetLo nostro Signor Gesù Cristo e la Vergine Beata. Luce viva luce divina mi circunfulse mi fasciò di splendore e lasciommi fasciato di tal velo del suo fulgore che nulla mi apparia e tanto mi nascose ch’ io non poteva più veder cosa alcuna casi come subito lampo che discetii lispiriti